Ankara si prepara alle elezioni: arresti di terroristi e bombardamenti contro i kurdi
Ankara (AsiaNews) – A cinque giorni dalle elezioni politiche, Ankara sta attuando con decisione una “guerra al terrorismo” arrestando decine di persone sospettate di appartenere allo Stato islamico (SI). Allo stesso tempo colpisce le basi dei ribelli kurdi nei confini siriani, indebolendo le loro vittorie contro lo SI in Siria.
Ieri all’alba, la polizia antiterrorista ha lanciato un vasto raid nella cittadina di Konya, in Anatolia, arrestando 30 presunti membri dello SI. Le forze dell’ordine hanno arrestato altri 21 sospetti a Istanbul e 20 a Kocaeli, a est di Istanbul. La prova di forza avviene un giorno dopo uno scambio di fuoco a Diyarbakir, la principale città della zona a maggioranza kurda, nel sud est del Paese. Nello scontro sono stati uccisi due poliziotti e nove presunti membri dello SI. Secondo la polizia locale essi si preparavano a commettere attentati suicidi. Le forze dell’ordine hanno anche scoperto un arsenale con due kalashnikov e 200 kg di nitrato d’ammonio, componente per costruire bombe.
Il governo turco ha incrementato la lotta al terrorismo dopo l’attentato a una manifestazione pacifica pro-kurda ad Ankara lo scorso 10 ottobre, che ha ucciso almeno 102 persone e ferito 500.
Allo stesso tempo, la lotta si è ampliata anche contro “il terrorismo kurdo”, in particolare contro le basi del Pkk (Partito dei lavoratori, che lotta per uno Stato kurdo indipendente) in Iraq e in Siria.
Due giorni fa, il premier Ahmet Davutoglu ha confermato che l’esercito turco ha colpito combattenti kurdi nel nord della Siria e ha minacciato nuovi attacchi contro i kurdi siriani, sospettati di essere legati con il Pkk. Il fatto curioso è che l’aviazione turca ha colpito in Siria le posizioni kurde vicino a Tal Abyad, dove i kurdi hanno combattuto e vinto i miliziani dello SI, accorpando la città in una zona definita “amministrazione autonoma”.
Ankara teme questi passi che potrebbero portare alla creazione di uno Stato indipendente kurdo, con una possibile secessione della zona sud-est del Paese.
A causa dei continui attacchi, il Pkk ha deciso di riprendere gli attentati contro i militari turchi, riaprendo un conflitto che si era chiuso con una tregua nell’autunno del 2012. Questo ha spinto il governo turco ad accusare il partito kurdo, l’Hdp di di Selahatin Demirtas di essere in combutta con il Pkk.
In realtà l’Hdp è un partito laico e non violento. Ma la sua “colpa” è di essersi assicurato il 13% alle precedenti elezioni di giugno, togliendo la sperata maggioranza assoluta all’Akp.
Secondo molti osservatori, la campagna anti-terrorismo di questi giorni è utile al presidente Recep Tayyip Erdogan e al suo partito Akp per recuperare voti alle prossime elezioni, giocando la carta “o noi o il caos”.
Membri dell’Hdp sono fra le vittime dell’attentato di Ankara e di quello di Suruc, dove hanno perso la vita 32 persone. Per questo, dopo l’attacco del 10 ottobre, l’Hdp ha deciso di non fare più comizi politici, ma di fare propaganda per le elezioni a livello individuale. Con tutto ciò, secondo alcuni sondaggi, l’Akp viene dato al 41-43%, un punteggio insufficiente per conquistare la tanto sognata maggioranza.
29/07/2015