31/07/2021, 08.00
TURCHIA - IRAN
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Ankara, un muro al confine con l’Iran contro migrazione e contrabbando

L’obiettivo principale è bloccare gli ingressi di profughi afghani in fuga dai talebani. La barriera è formata da moduli alti tre metri e larghi due, dal peso di sette tonnellate. Le forze di sicurezza stanno inoltre conducendo attività di sminamento. Governatore di Van: nel 2021 fermati 55mila migranti irregolari. 

Istanbul (AsiaNews) - Ankara sta costruendo un muro di cemento lungo il confine con l’Iran, nel tentativo di bloccare gli ingressi illegali di migranti economici nel Paese, il traffico di vite umane e le attività di contrabbando. Il fenomeno riguarda in particolare i rifugiati afghani che cercano di raggiungere la Turchia (e poi l’Europa) attraverso la Repubblica islamica; nei giorni scorsi le autorità turche hanno arrestato centinaia di profughi afghani in fuga dai talebani, un fenomeno definito “preoccupante” e in continuo “aumento”.

La frontiera che divide Turchia e Iran è lunga circa 295 km. Fonti locali riferiscono che il muro è costruito da blocchi (o moduli) alti tre metri e larghi due, con un peso di sette tonnellate ciascuno, e si estende dal confine della provincia orientale di Van fino a Dogubayazit nella provincia di Agri e giù fino a Yuksekova nella provincia di Hakkari. È inoltre sostenuto da 110 chilometri di trincee e 103 torri “smart” di sorveglianza a fibra ottica. 

La costruzione di una barriera lungo il confine giunge in un momento storico di crescente flusso migratorio dall’Afghanistan, dove i talebani hanno approfittato del ritiro Usa per assumere il controllo di gran parte del territorio. Finora è stata completata l’installazione di una sezione di tre chilometri nella parete modulare ed è stato scavato un fossato lungo 110 chilometri, oltre alla realizzazione di 76 monoblocchi. Al contempo, le forze di sicurezza stanno conducendo attività di sminamento lungo la frontiera prima di procedere oltre con la costruzione. 

Il quotidiano Cumhuriyet racconta che il lago Van nella Turchia orientale è diventato un “mare di rifugiati” e che il loro numero nel Paese avrebbe raggiunto livelli insostenibili, tali da giustificare l’ira e la preoccupazione della popolazione. Da qui la stretta imposta dalle autorità di Ankara che, negli ultimi tempo, hanno trattenuto diversi gruppi di migranti lungo il confine orientale, impedendone di fatto l’ingresso irregolare nel Paese. 

Emin Bilmez, governatore della provincia orientale di Van, sottolinea che “solo quest’anno abbiamo catturato e processato oltre 55mila migranti irregolari nelle nostre frontiere”. A questi si uniscono 783 trafficanti che favoriscono l’attraversamento illegale, 300 di questi sono stati arrestati. Dati che fanno riferimento al periodo che va da gennaio a luglio 2021; in tutto il 2020 i trafficanti processati sono stati 599, un numero inferiore a quello registrato nei primi sei mesi dell’anno corrente.

Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) da gennaio almeno 270mila afghani siano diventati sfollati interni nel loro Paese, portando il numero delle persone costrette a lasciare le proprie case a oltre 3,5 milioni. La Turchia è anche la nazione al mondo che ospita il maggior numero di rifugiati: al momento sono 3,6 milioni i siriani, cui si uniscono 320mila profughi di altre nazionalità. 

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