Andhra Pradesh, nazionalisti spingono cristiani a riconversioni di massa all’induismo
La campagna di “Ghar wapsi” è stata effettuata dalla cellula locale del partito nazionalista indù al governo. Circa 500 cristiani convinti a fare un giuramento alla religione indù e a promettere di non andare più in chiesa.
Mumbai (AsiaNews) – In Andhra Pradesh un gruppo di nazionalisti indù appartenenti al partito di governo Bjp (Bharatiya Janata Party) ha effettuato riconversioni di massa all’induismo di dalit e tribali cristiani, accusando i missionari di praticare conversioni per “interessi personali”. Lo denuncia Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic). La pratica, conosciuta in India con il termine di “Ghar wapsi” [“ritorno a casa”, quindi alle presunte origini indù della popolazione – ndr], è stata effettuata il 20 ottobre. Ad AsiaNews Il leader cristiano condanna l’abitudine di “molestare i cristiani dalit e tribali con campagne di ‘Ghar wapsi’, con l’obiettivo di diffondere la psicosi tra i poveri innocenti e le classi svantaggiate”.
Il programma di riconversione è avvenuto nel tempio di Sri Veerabhadra Swamy a Srisailam. Qui i membri della cellula statale del Bjp hanno convinto i cristiani a pronunciare delle formule sacre agli dei indù, come il “Maha Mrityunjaya Homam” [giuramento al dio Shiva, ndr], e a offrire doni alle divinità, come il “Punaragamana pavithra maha yagnam” [un tipo di puja, tipico rituale votivo]. “Li hanno costretti – protesta Sajan K George – a giurare fedeltà alla religione indù”.
Seguendo il consiglio dei nazionalisti, circa 500 cristiani della locale colonia dalit hanno promesso di non andare più in chiesa. Secondo Darsanapu Srinivas, radicale che guidava il programma di riconversione, il cristianesimo sarebbe una “religione straniera” praticata da “missionari che attirano con l’inganno dalit e tribali”. “Non dobbiamo consentire – ha aggiunto – che la nostra ricca cultura, eredità e pratiche religiose siamo invase da religioni straniere per raggiungere guadagni temporanei”.
Sajan K George commenta: “Sono indignato. La vera intenzione è terrorizzare dalit, adivasi e altre classi svantaggiate per scopi politici. I gruppi che un tempo erano considerati ‘intoccabili’ e oppressi, ora vengono costretti a partecipare a questi programmi. I tribali non sono mai stati indù, quindi è una grande ingiustizia forzarli a rituali di riconversione. Per i dalit poi, è un ritorno all’intoccabilità”.
Il leader cristiano sottolinea che “l’India è un Paese laico e democratico, dove le conversioni al cristianesimo avvengono sempre per libera scelta e non sono valide se indotte o provocate con la forza. La priorità deve essere lo sviluppo socio-economico d tutte le classi. Coloro che stanno al potere devono risolvere con urgenza la questione dei poveri, risollevando gli oppressi dalla loro umiliante povertà”.