Ancora morti per le vignette, ma c'è chi invita a non coinvolgere "i cristiani"
L'episodio più grave in Afghanistan, con quattro morti. Manifestazioni "spontanee" a Teheran e Damasco. Arrestati i direttori dei giornali di Giordania e Yemen che hanno proposto le vignette.
Beirut (AsiaNews) - Le vignette su Maometto continuano a provocare manifestazioni di piazza oggi ci sono stati quattro morti in Afghanistan e prese di posizione di governi, anche di Paesi "moderati", come la Giordania, ma, forse anche per effetto dell'uccisione di don Santoro, dal mondo islamico si leva anche qualche voce che invita a non coinvolgere "i cristiani" nella protesta.
L'episodio più grave di oggi è stato registrato in Afghanistan, dove quattro afghani hanno perso la vita durante una manifestazione davanti a un campo militare dell'esercito norvegese, che fa parte della Forza internazionale d'assistenza alla sicurezza (Isaf), a Maimana, nel nord del Paese. Manifestazioni "spontanee" anche a Teheran, dove bottiglie incendiarie e pietre sono state lanciate contro l'ambasciata danese e a Sanaa, nello Yemen, con circa 5 mila studenti che hanno inscenato una marcia di protesta, nel corso della quale sono state bruciate alcune bandiere danesi, conclusasi di fronte agli uffici dell'Onu. A Damasco sono stati affissi manifesti anonimi che invitano ad una protesta davanti all'ambasciata di Francia.
Sul piano politico, ad Amman il parlamento giordano ha chiesto l'annullamento di tutti gli accordi con i Paesi che hanno pubblicato le vignette ed il blocco delle importazione dagli stessi Paesi. Durante la sessione parlamentare sono state anche chieste azioni legali contro i direttori di Al-Mehwar e Shihane, due delle tre pubblicazioni del mondo islamico che avevano riprodotto alcune delle vignette. I due, arrestati sabato e rilasciati domenica, sono stati nuovamente arrestati ieri sera. Non va meglio per il terzo organo di stampa, lo yemenita Al Hurya, chiuso ieri, per editore e direttore del quale il Ministero della giustizia ha ordinato l'arresto. In Cecenia infine sono stati espulsi gli attivisti del Danish Refugee Council, un'organizzazione umanitaria danese. La decisione e' stata motivata dal vice premier Khalid Vainakhov come "una reazione negativa nel mondo musulmano e in Cecenia" alle vignette.
Ma se le proteste sono state definite "giustificate e perfino sante" dalla guida della rivoluzione iraniana, l'ayatollah Khamenei, egli ha aggiunto che la rabbia ''non e' diretta contro i cristiani nel mondo, ma contro le mani diaboliche coinvolte in questa diabolica questione", che è "una cospirazione dei sionisti per provocare tensione fra musulmani e cristiani". Da Ankara il premier turco Erdogan ha invitato i musulmani a non cedere alla provocazione delle vignette su Maometto. E', ha detto, "una provocazione per mostrare al mondo immagini di violenza provenienti dal mondo islamico". Il presidente indonesiano Susilo Bambang ha esortato oggi musulmani ad accettare le scuse del governo danese sulla vicenda delle vignette satiriche su Maometto.
Da parte cristiana, in Libano il patriarca maronita Nasrallah Sfeir ha denunciato il saccheggio avvenuto domenica delle chiese del quartiere cristiano. Il patriarca ha rilasciato la sua dichiarazione dopo la visita di una delegazione del Gran Mufti del Libano, Mouhammad Rachid Kobbani, che ha denunciato questi atti "compiuti da persone lontane dall'Islam" ed ha trasmesso al patriarca un messaggio di solidarietà con i cristiani. A Damasco il patriarca greco-melkita, Gregorio III Lahham ha condannato ogni atto di violenza, insistendo sulla necessita di cominciare un nuovo cammino basato "sulla tolleranza e sul perdono reciproco tra cristiani e musulmani, perché nessuno delle religioni insegna la guerra, la violenza ed il fanatismo".