Ancora attacchi, ancora uccisioni. Per Hamas a Gaza è la “terza Intifada”
Gerusalemme (AsiaNews) – Le violenze fra israeliani e palestinesi si moltiplicano e da Gerusalemme e la West Bank sono giunte fino a Gaza. Qui, il leader Ismail Haniyeh, durante la preghiera del venerdì, ha esortato tutti i palestinesi a partecipare alla “Intifada [rivolta]”.
La lista degli attacchi e delle uccisioni si allunga. Un palestinese di 22 anni, Ahmed Qali, è morto questa mattina per le ferite riportate ieri sera in alcuni scontri con l’esercito israeliano davanti al campo profughi di Shoafat. Due israeliani sui 60 anni sono stati accoltellati stamane a Gerusalemme; il loro assalitore è stato ucciso. Ieri pomeriggio, almeno sette palestinesi sono stati uccisi e oltre 60 feriti negli scontri fra le forze israeliane e gruppi di giovani alla frontiera di Gaza e Khan Younes. Fra gli uccisi vi è anche un ragazzo palestinese 15enne, Mohammed al-Raqab. Ieri, un altro palestinese è stato ucciso e 400 feriti in scontri a Gerusalemme est e nella West Bank. Due israeliani sono stati feriti in modo leggero in due attacchi a Gerusalemme e vicino all’insediamento di Kiryat Arba nella West Bank. Il gesto sembra una vendetta per quanto un giovane israeliano di 17 anni ha compiuto a Dimona, uccidendo tre palestinesi e un beduino, affermando che “tutti gli arabi sono terroristi”.
Ancora ieri si registra un attacco contro un poliziotto a Hebron e un accoltellamento di un giovane 16enne ultra-ortodosso a Gerusalemme. In entrambi i casi gli assalitori sono stati uccisi. Una donna palestinese è stata uccisa ad Afula, mentre cercava di colpire una guardia della stazione degli autobus. Scontri fra esercito e popolazione araba israeliana sono avvenuti ier anche a Nazareth, Kfar Kanna, Sakhnin, and Arraba, in Galilea.
Nella notte è stato lanciato contro Israele un razzo da Gaza, ma non ha fatto alcun danno, essendo andato a finire in uno spazio aperto e non abitato.
Le violenze fra israeliani e palestinesi sono cresciute dopo alcuni scontri nella città vecchia di Gerusalemme e alla Spianata delle moschee, meta di visite di coloni ed ebrei nazionalisti ortodossi che esigono di voler pregare sulla Spianata riservata ai musulmani.
Nel clima di violenza che si diffonde fra la popolazione ebrea e musulmana, israeliana e araba, i leader politici sembrano impotenti. Benjamin Netanyahu, che continua a sostenere le colonie illegali israeliane nei territori occupati, che nei giorni scorsi ha bollato come “terrorismo” gli accoltellamenti, ha condannato “la violenza contro gli arabi innocenti”, promettendo di perseguire tutti coloro che non ubbidiscono alla legge.
Saeb Erakat, vicino al presidente palestinese Mahmoud Abbas, ha denunciato “un nuovo massacro in Palestina” da parte di Israele.
Secondo esperti israeliani di storia, le villenze di questi giorni sono diffuse, ma non sono ancora paragonabili a quelle delle due Intifada lanciate nel 1987 e nel 2000. I due conflitti hanno causato la morte di 5mila palestinesi e circa 1100 israeliani.
25/07/2017 08:21