Ancora accesa la menorah a Yangon
Gli ebrei rappresentano il più piccolo gruppo religioso del Myanmar. I primi erano soprattutto mercanti che hanno raggiunto l’allora Birmania dopo la conquista britannica. Alla fine del XX secolo, la comunità contava meno di 50 persone.
Yangon (AsiaNews/Agenzie) – Nel centro di Yangon, all’angolo tra MahaBandoola e la 26ma strada, si erge l’ultima sinagoga del Myanmar. Da circa 50 anni, nella Musmeah Yeshua Synagogue (foto) non si celebrano più funzioni religiose con regolarità ma l’edificio è divenuto nel tempo un’importante attrazione turistica. A prendersene cura è rimasto Sammy Samuels, leader della comunità ebraica del Myanmar. Ad aiutarlo vi sono la sorella Khana e U Myint Lwin, musulmano locale che si occupa della manutenzione dell’edificio.
In un Paese dove i buddisti rappresentano circa il 90% della popolazione, gli ebrei rappresentano il più piccolo gruppo religioso. Nella capitale economica della nazione vivono nove membri della comunità, ai quali si aggiungono circa 80 cittadini stranieri. Si stima che altri 10 ebrei risiedano tra Mandalay e Pathein.
La Musmeah Yeshua Synagogue è stata costruita nel 1854 da un architetto iracheno, per soddisfare le esigenze religiose degli ebrei che hanno raggiunto l’allora Birmania in seguito alla conquista britannica. In principio, la sinagoga era in legno e intorno al 1890 è stata distrutta da un incendio. Poco dopo, l’edificio ha riaperto col suo aspetto attuale.
I primi ebrei birmani erano soprattutto mercanti provenienti da Iraq e India, appartenenti ai gruppi ebraici Baghdadi, Cochin e Benè Israel. Incoraggiati dalle autorità di Londra, essi si sono stanziati soprattutto a Rangoon (Yangon) e Mandalay, dove hanno dato vita ad un florido commercio di riso e cotone.
Il successo negli affari ha contribuito alla crescita della popolazione ebraica birmana, che nel 1940 ha raggiunto il suo picco con circa 3mila fedeli. All’inizio del XX secolo, sindaci ebrei hanno governato sia Pathein che Rangoon, dove Yawmingyi street, Yoaut street and Boyarnyut street delimitavano la “Jewish Town” della città.
Con l’occupazione giapponese del Paese è iniziato il declino della popolazione ebraica. Durante la Seconda Guerra mondiale, oltre il 75% della comunità ha lasciato il Paese. L’esodo è aumentato di proporzioni con l’indipendenza della Birmania nel 1948, poiché molti ebrei birmani non potevano più beneficiare del sistema britannico. L’ultimo colpo è stato rappresentato dal golpe militare del 1962 e la successiva crisi economica: alla fine del secolo, gli ebrei birmani erano meno di 50.