Anche l'Iran alla Conferenza di Sharm. Iraq e Usa chiedono serietà
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – Rappresentanti da Usa e Iran potranno incontrarsi per la prima volta dopo 26 anni allo stesso tavolo. Teheran ha annunciato ieri la sua presenza a Sharm el-Sheikh il 3 e 4 maggio per la Conferenza internazionale sull’Iraq, a cui è stato invitato anche il segretario di Stato americano. Dopo la conferma della notizia, Baghdad e Washington ringraziano per l’impegno e chiedono serietà.
Il primo ministro iracheno, lo sciita Nouri al Maliki, ha tenuto ad avvertire il segretario del Consiglio supremo della sicurezza iraniana Ali Larijani, in visita a Baghdad, che “l’incessante violenza in Iraq potrebbe diffondersi nei Paesi limitrofi, compresi quelli ritenuti sostenitori del nostro governo”. Niente nomi, ma il riferimento sembra diretto all’Iran, sospettato di finanziare le milizie settarie che fomentano il caos iracheno. In risposta Larijani garantisce che tutti i Paesi che vogliono la stabilità nella regione “non hanno altra scelta se non quella di appoggiare il governo eletto iracheno”.
Alla Conferenza del 3 e 4 maggio prenderanno parte, oltre ai vicini dell’Iraq, anche Bahrein, Egitto e i 5 membri permanenti del Consiglio Onu. La delegazione iraniana sarà guidata dal ministro degli Esteri Manouchehr Mottaki. Ormai certa anche la presenza del segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice. Si potrebbe così assistere al primo incontro di alto grado tra i vertici di Iran e Stati Uniti dal 1979, dopo la vicenda degli ostaggi all'ambasciata Usa di Teheran. Washington si dice disponibile al dialogo, ma avverte che "nel discutere di Iraq, si affronteranno tutte le questioni aperte, porre fine alle violenze, far cessare l’arrivo di aiuti alle milizie e la penetrazione di terroristi dagli Stati confinanti, come anche l’invio in Iraq di sofisticate bombe che vengono adoperate contro i soldati americani”, spiega la Rice.
Secondo il ministro degli Esteri iracheno, Hoshiyar Zebari, la presenza dell'Iran alla conferenza era stata finora in forse anche a causa del risentimento della Repubblica islamica per la cattura di 5 suoi funzionari avvenuta a gennaio ad Erbil, ad opera degli Usa. Un'altra questione che contrappone Washington e Teheran è il programma di sviluppo nucleare iraniano, che si sospetta nasconda il tentativo di dotarsi di un arsenale atomico, mentre il regime dei mullah ribadisce esser soltanto a scopo civile e pacifico.