Analisti: strategia più dura della Cina contro l'indipendenza di Taiwan
Taipei (AsiaNews/Agenzie) Le autorità di Taiwan considerano le minacce di Pechino contro l'indipendenza dell'isola "ribelle" più un tema da discutere che l'inizio di una nuova politica. Ma analisti a Pechino e a Taipei ritengono che l'ultimatum della Cina - poco prima dell'inaugurazione della neo-eletta presidenza taiwanese mostra un nuovo approccio verso Taiwan, più determinato e belligerante, con possibilità di un conflitto militare nello stretto.
Il presidente taiwanese Chen Shuibian - il cui margine di vittoria è salito ora a 35 mila voti con il riconteggio - ha dichiarato che "non ci sono molte novità nella dichiarazione rilasciata dall'Ufficio per gli affari di Taiwan, la cui visione del principio dell''unica Cina' è diversa da quella degli Usa".
Sulle dichiarazioni di Pechino, si è pronunciata anche Washington. Il Dipartimento di Stato americano ha criticato le minacce di uso della forza della Cina contro Taiwan. Ad ogni modo negli ultimi mesi, gli Usa hanno più volte invitato l'isola a prendere sul serio le minacce cinesi di attacco o invasione. Analisti ritengono che Pechino abbia aumentato la pressione sugli Stati Uniti affinché spingano Chen Shuibian a desistere dalle mire indipendentiste, soprattutto dopo la sua vittoria elettorale. Washington riconosce Taiwan come parte della Cina e non ha relazioni diplomatiche con l'isola, ma ha sempre promesso che interverrà militarmente se Taiwan è riunificata alla Cina con la forza.
A causa dell'opposizione della Cina, Taiwan si trova isolata a livello internazionale. Per l'ottava volta, l'Organizzazione Mondiale della Sanità le ha rifiutato lo status di osservatore. Solo 27 paesi riconoscono Taiwan come stato sovrano. Nel 2001, Taipei è stata ammessa nell'Organizzazione Mondiale del Commercio, a poche ore dalla Cina, mentre ha perso il seggio all'Onu nel 1971, sostituita dalla Cina. (MR)
13/11/2020 09:03