Amman approva il suo desalinizzatore sul mar Rosso (e archivia quello con Israele)
L’impianto idrico sarà realizzato in collaborazione con un gruppo francese e fornirà 300 milioni di metri cubi di acqua potabile. Sarà la più grande infrastruttura del Paese al servizio di tre milioni di cittadini; quattro anni per il completamento. Sostituirà un precedente progetto studiato con Israele che avrebbe dovuto collegare mar Morto e mar Rosso.
Amman (AsiaNews) - Le autorità giordane hanno sottoscritto un accordo con un gruppo francese, finalizzato alla costruzione di un mega-impianto di desalinizzazione sul mar Rosso per un valore complessivo di cinque miliardi di dollari e capace di fornire oltre 300 milioni di metri cubi di acqua potabile. Un progetto dall’importanza strategica in una nazione fra le più aride al mondo e che soffre di cronica mancanza di risorse idriche, ancor più essenziale dopo la recente cancellazione di un analogo piano congiunto con Israele, ad oggi principale fornitore di Amman.
L’agenzia di stampa ufficiale Petra lo ha definito il più grande progetto del Paese, valutato oltre i cinque miliardi come ha sottolineato intervenendo al Parlamento lo stesso primo ministro Jafar Hassan. La società francese Meridiam, specializzata in infrastrutture, è a capo dell’opera che si avvale della collaborazione di importanti realtà del settore fra cui Suez, Orascom Construction e Vinci Construction Grands Projets.
Secondo una nota diffusa sul proprio sito web, Meridiam dichiara che fornirà più di 300 milioni di metri cubi di acqua potabile ad Amman, garantendo il servizio a più di tre milioni di cittadini del regno Hascemita. Il progetto prevede un sistema di aspirazione dell’acqua marina dal Golfo di Aqaba, un impianto di desalinizzazione all’avanguardia, una conduttura di 450 chilometri per il trasporto e componenti di energia rinnovabile per alimentare il sistema. “Questo progetto - prosegue il comunicato - aumenterà di quasi il 60% l’approvvigionamento idrico domestico annuale disponibile” per le famiglie e comprenderà anche “circa 445 km di condutture per il trasporto dell’acqua opportunamente desalinizzata dal mar Rosso”.
Il ministro giordano dell’Acqua e dell’irrigazione Raed Abu al-Saud ha sottolineato il “potenziale di trasformazione” del progetto, osservando che “segnerà un cambiamento significativo nel panorama della sicurezza idrica della Giordania”. Serviranno almeno quattro anni per il completamento del mega-impianto, che sostituirà anche il progetto studiato con Israele - poi abbandonato da Amman - finalizzato ad un collegamento fra mar Morto e mar Rosso con una serie di tubature attraverso la Giordania. Nel 2013, Israele, Giordania e Palestina avevano firmato un memorandum d’intesa, che prevedeva anche la costruzione di un impianto di desalinizzazione sul mar Rosso.
Israele fornisce alla Giordania 50 milioni di metri cubi di acqua all’anno dal mar di Galilea attraverso il Canale re Abdullah, come parte del trattato di pace del 1994. Nel 2021, un accordo aggiuntivo ha consentito l’acquisto di 50 milioni di metri cubi secondo i termini del piano di pace di Wadi Araba. Tuttavia, l’ira popolare fra i giordani per la stagnazione del processo di pace israelo-palestinese aveva spinto nel giugno 2021 l’allora ministro dell’Acqua Mohammad al-Najjar a definire un “ricordo del passato” il collegamento fra mar Rosso e mar Morto. Una opposizione sempre più condivisa, che si è trasformata in netto rifiuto dopo il conflitto lanciato dall’esercito dello Stato ebraico contro Hamas a Gaza, che ha causato la morte di decine di migliaia di palestinesi nella Striscia.
07/12/2016 12:12