Ambasciatori Onu: Se Pechino non ha nulla da nascondere, permetta accesso illimitato nello Xinjiang
La richiesta è stata fatta durante una conferenza organizzata da Usa e Human Rights Watch. Delegato turco: Siamo assai preoccupati per la condizione degli uiguri e delle altre minoranza islamiche nella regione. Pechino: Accusa di genocidio è “falsità del secolo”.
New York (AsiaNews) – “Se non avete nulla da nascondere, perché non vi decidete a garantire accesso illimitato [nello Xinjiang] al commissario Onu per diritti umani?”. Lo ha domandato ieri ai leader di Pechino Christoph Heusgen, ambasciatore tedesco presso le Nazioni Unite, durante una videoconferenza organizzata dagli Usa e da Human Rights Watch sulla repressione di uiguri e altri gruppi minoritari di ceppo turco che vivono nella regione autonoma cinese.
Secondo dati degli esperti, confermati dall’Onu, le autorità di Pechino detengono o hanno detenuto in campi di concentramento oltre un milione di uiguri, kazaki e kirghisi dello Xinjiang. Rivelazioni di media hanno messo in luce l’esistenza di campi di lavoro nella regione, dove centinaia di migliaia di persone sarebbero impiegate con la forza, soprattutto nella raccolta del cotone. Alcuni ricercatori indipendenti sostengono anche che il governo cinese stia conducendo una campagna locale di sterilizzazioni forzate per controllare la crescita della popolazione di origine uigura.
I partecipanti all’evento, che secondo diversi media Pechino ha tentato di sabotare, hanno chiesto ai cinesi di rispettare la Dichiarazione universale dei diritti umani e di chiudere i lager dello Xinjiang.
La delegazione turca ha parlato di situazione “assai preoccupante”. Ankara sostiene di aver sollevato la questione alle autorità cinesi, chiedendo “un accesso immediato, significativo e senza restrizioni nella regione al commissario Onu Michelle Bachelet”. L’intervento turco è di particolare rilievo: come riportato da AsiaNews, negli ultimi tempi l’amministrazione Erdogan è stata accusata di aver stretto accordi per rimpatriare in Cina rifugiati uiguri in cambio di vaccini contro il Covid e aiuti economici.
Il commissario Onu per i diritti umani non visita lo Xinjiang dal 2005. Bachelet chiede libertà di movimento per andare nella regione. I cinesi dicono di essere pronti ad accogliere tutti coloro che vogliono viaggiare nello Xinjiang, ma aggiungono di opporsi a indagini basate su “bugie” e con “presunzione di colpa”.
Secondo Pechino l’accusa di genocidio contro i musulmani dello Xinjiang è la “falsità del secolo”. I leader cinesi affermano che quelli nella regione autonoma non sono lager, ma centri di avviamento professionale e progetti per la riduzione della povertà, la lotta al terrorismo e al separatismo.
13/05/2021 12:18
23/10/2021 09:45