Altra condanna per Joshua Wong; Benny Tai perde l’appello
Wong si è dichiarato colpevole per aver partecipato alla veglia in ricordo del massacro di Tiananmen. Tai ritenuto colpevole di “incitamento a incitare” le proteste di Occupy Central. Il movimento democratico è sempre più nel mirino dell’esecutivo pro-Pechino.
Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – L’attivista pro-democrazia Joshua Wong si è dichiarato stamane colpevole di aver partecipato lo scorso 4 giugno alla veglia in memoria del massacro di Tiananmen, vietata per la prima volta dalle autorità con la giustificazione della pandemia da coronavirus. In un altro rovescio per il fronte democratico, il giurista Benny Tai ha perso oggi il giudizio di appello nel processo che lo vede imputato per il suo ruolo nel movimento Occupy Central del 2014.
Oltre a Wong, per lo stesso caso hanno ammesso la loro colpevolezza anche i consiglieri distrettuali Lester Shum, Tiffany Yuen e Jannelle Leung. Essi sono fra le 29 personalità democratiche – incluso il magnate dell’editoria Jimmy Lai – accusate di aver organizzato e preso parte all’annuale manifestazione che ricorda le uccisioni avvenute in piazza Tiananmen il 4 giugno del 1989: in quell’occasione migliaia di studenti cinesi furono massacrati per aver chiesto libertà e democrazia.
Wong sta già scontando una condanna a 14 mesi per aver preso parte all’assedio di un commissariato di polizia nel 2019 e un’altra a quattro mesi per aver partecipato il 5 ottobre 2019 a una manifestazione non autorizzata. Egli protestava contro la proposta di legge sull’estradizione (poi ritirata dall’esecutivo) e il divieto di indossare maschere durante una dimostrazione pubblica.
Insieme a Tai e ad altri 45 esponenti del fronte democratico, Wong è in attesa di comparire davanti ai giudici per aver organizzato o preso parte in luglio a elezioni primarie: esse avrebbero dovuto selezionare i candidati filo-democratici alle parlamentari di settembre (poi rinviate). Secondo le autorità, concorrere alle elezioni per ottenere la maggioranza al Legco (il Parlamento locale) è una violazione della legge sulla sicurezza nazionale, se a farlo sono le forze democratiche.
Ideatore delle primarie democratiche, Tai è fra i nove esponenti filo-democrazia che nel 2019 sono stati incarcerati per aver partecipato alle proteste di Occupy Central, scoppiate nell’estate del 2014 dopo l’ennesimo rifiuto di Pechino a garantire elezioni dirette del capo dell’esecutivo cittadino. I giudici della Corte di Appello hanno respinto le motivazioni di Tai e degli altri condannati, secondo cui l’accusa di “incitamento a incitare” è incostituzionale.
Il movimento democratico è sempre più nel mirino dell’esecutivo pro-Pechino. Dopo l’approvazione della legge sulla sicurezza nazionale in giugno e di recente della riforma elettorale “patriottica”, ieri il Parlamento dell’ex colonia britannica ha dato il via libera a una legge che permette a un funzionario – e non a un giudice – di stabilire chi può entrare o uscire dalla città.
06/05/2021 08:53