Alluvioni, ancora emergenza a Bangkok. “Class action” contro il governo
di Weena Kowitwanij
Un fronte di 10 milioni di metri cubi di acqua minaccia di colpire il centro attorno alla metà di novembre. In preparazione piani di intervento, che permetteranno di far defluire la massa. Legali promuovono un’azione legale contro l’esecutivo. La premier smentisce l’ipotesi di dimissioni. Allarme per la contaminazione di impianti idrici.
Bangkok (AsiaNews) – Quasi 10 milioni di metri cubi di acqua minacciano di inondare il centro di Bangkok attorno alla metà di novembre. Le autorità hanno elaborato un piano di emergenza per far defluire la massa e preservare il cuore economico e commerciale della capitale. Intanto un gruppo di legali potrebbe promuovere una “class action” contro il governo, imputato numero uno per i danni provocati dalle alluvioni che, dal luglio scorso, hanno martoriato la Thailandia. L’opposizione invoca le dimissioni dell’esecutivo e di Yingluck Shinawatra, peraltro entrata in carica quando erano già iniziate la piogge monsoniche. Di contro, la premier conferma di non aver alcuna intenzione di dimettersi: continuerà a lavorare, spiega, per il bene del Paese e liquida con un’alzata di spalle la minaccia di un’azione legale.
Secondo gli ultimi dati vi sono oltre 500 vittime, di cui 50 bambini fra i due e gli otto anni; nella sola Bangkok le inondazioni hanno interessato circa 40mila cittadini, appartenenti a 526 comunità racchiuse in 12 distretti. Anon Sanitwong Na Ayuthaya, del team governativo chiamato ad affrontare l’emergenza, spiega che “circa 10 milioni di metri cubi di acqua” verranno fatti defluire verso il mare. Di questi, almeno 6 milioni scorreranno attraverso i canali nel periodo di bassa marea; i rimanenti, saranno convogliati nelle “autostrade” d’acqua realizzate a est e a ovest della capitale, in corrispondenza dei fiumi Bang Prakong, Tha Jean e Chao Phraya.
Per gli esperti saranno necessarie ancora tre settimane per liberare le strade principali di Bangkok, ma per alcune aree prossime al centro potrebbero bastarne solo due. Un economista dell’università della Camera di commercio thai aggiunge che 10 milioni di campi di riso – su un totale di 57 milioni – sono stati danneggiati dall’acqua; tuttavia, i quantitativi sono sufficienti per il fabbisogno complessivo della popolazione. Permane invece lo stato di allerta attorno ai complessi industriali di Lardkrabang and Bang Chan: nel primo il 40% dei 231 impianti hanno interrotto la produzione e, nel complesso, le perdite nell’industria hanno toccato quota 70 miliardi di baht (circa 2,2 miliardi di dollari).
Intanto in Thailandia hanno preso il via le celebrazione legate al centenario festival di Loi Krathong, dedicato alla dea dell’acqua. Mentre i cittadini rendono omaggio a un bene tanto prezioso quanto drammatico nelle sue manifestazioni di forza, gli esperti rilanciano l’allarme per la possibile contaminazione di alcuni impianti idrici. In particolare attorno alle aree industriali, vi è il rischio concreto che agenti chimici e inquinanti si siano riversati nelle acque.
Secondo gli ultimi dati vi sono oltre 500 vittime, di cui 50 bambini fra i due e gli otto anni; nella sola Bangkok le inondazioni hanno interessato circa 40mila cittadini, appartenenti a 526 comunità racchiuse in 12 distretti. Anon Sanitwong Na Ayuthaya, del team governativo chiamato ad affrontare l’emergenza, spiega che “circa 10 milioni di metri cubi di acqua” verranno fatti defluire verso il mare. Di questi, almeno 6 milioni scorreranno attraverso i canali nel periodo di bassa marea; i rimanenti, saranno convogliati nelle “autostrade” d’acqua realizzate a est e a ovest della capitale, in corrispondenza dei fiumi Bang Prakong, Tha Jean e Chao Phraya.
Per gli esperti saranno necessarie ancora tre settimane per liberare le strade principali di Bangkok, ma per alcune aree prossime al centro potrebbero bastarne solo due. Un economista dell’università della Camera di commercio thai aggiunge che 10 milioni di campi di riso – su un totale di 57 milioni – sono stati danneggiati dall’acqua; tuttavia, i quantitativi sono sufficienti per il fabbisogno complessivo della popolazione. Permane invece lo stato di allerta attorno ai complessi industriali di Lardkrabang and Bang Chan: nel primo il 40% dei 231 impianti hanno interrotto la produzione e, nel complesso, le perdite nell’industria hanno toccato quota 70 miliardi di baht (circa 2,2 miliardi di dollari).
Intanto in Thailandia hanno preso il via le celebrazione legate al centenario festival di Loi Krathong, dedicato alla dea dell’acqua. Mentre i cittadini rendono omaggio a un bene tanto prezioso quanto drammatico nelle sue manifestazioni di forza, gli esperti rilanciano l’allarme per la possibile contaminazione di alcuni impianti idrici. In particolare attorno alle aree industriali, vi è il rischio concreto che agenti chimici e inquinanti si siano riversati nelle acque.
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