All'attivista che ha salvato le rapide del Mekong il 'Nobel per l'ambiente'
Tra i premiati dell'edizione di quest'anno del Goldman Environmental Prize l'insegnante in pensione Niwat Roykaew che in Thailandia ha vinto la battaglia contro un progetto cinese. Avrebbero distrutto con l’esplosivo un gruppo di scogli e isolotti per consentire la navigazione a scopi commerciali e turistici di un tratto di 400 chilometri del grande fiume.
Bangkok (AsiaNews) - Età non dichiarata, ma principi noti e portati avanti con determinazione, l’attivista thailandese Niwat Roykaew è tra i premiati quest’anno con il Goldman Environmental Prize, assegnato ieri dall'omonima fondazione a San Francisco. Un riconoscimento noto anche come “Nobel verde” consegnato a personalità che si distinguono per l’impegno ambientalista e l’attenzione alle popolazioni che dalla natura traggono il necessario per la loro esistenza. Come ogni anno il premio è andato a rappresentati dei diversi continenti: insieme a Roykaew sono stati selezionati il nigeriano Chima Williams, l’olandese Marjan Minnesma, la statunitense Nalleli Cobo, l’australiano Julien Vincent e, per l’America Latina, Alex Lucitante e Alexandra Narvaez impegnati nella lotta contro l’estrazione mineraria nelle terre indigene dell’Equador.
Per molti anni insegnante e da tempo in pensione, Niwat - che i suoi concittadini chiamano Kru Thi ("maestro Thi" ndr) - si è distinto per la difesa senza compromessi del Mekong, il principale corso d’acqua del Sud-Est asiatico, minacciato da massicci progetti di sfruttamento. Anche per il suo impegno, la Thailandia ha ottenuto l’unica vittoria finora contro i tanti interessi (a partire da quelli cinesi) che si concentrano sulla grande via d’acqua che porta benefici a decine di milioni di persone in un habitat insieme unico e sempre più minacciato. Dopo una lotta durata un ventennio, nel 2020 è stato cancellato il progetto cinese di distruggere con l’esplosivo un gruppo di scogli e isolotti per consentire la navigazione a scopi commerciali e turistici del fiume nel tratto di 400 chilometri che scorre tra la Thailandia e il Laos.
Un progetto inizialmente accolto e sostenuto anche dalle autorità thailandesi, che alla fine però hanno ceduto alla pressione dell’opinione pubblica, all’opposizione delle organizzazioni di tutela ambientale e delle comunità rurali.
Come sottolineato dalla motivazione dell’assegnazione del premio a Niwat Roykaew, “la cancellazione ufficiale del progetto di devastazione con esplosivo delle rapide ha segnato una rara vittoria formale in una regione che vede la forte pressione di progetti di sviluppo ed è un riconoscimento alla forza collettiva della campagna di Kru Thi”. Inoltre, sottolinea la motivazione, “amplificando le voci della popolazione locale nel ribadire il valore ambientale, sociale e culturale del Mekong, ha costretto il governo thailandese a prestare attenzione alla società civile e ha accresciuto la sua credibilità presso i propri cittadini”.
Con la schiettezza e la semplicità che lo contraddistinguono, Niwat ha accolto la notizia del premio dichiarando che “se io non mi fossi impegnato per questo, il fiume Mekong sarebbe stato devastato al 100%” e ricordando come il suo attivismo e quello di altri abbiano portato all’attenzione pubblica mondiale i rischi che il grande fiume sta subendo e con esso le tradizionali attività umane e un habitat di estrema varietà e pregio.