Allarme siccità in Sri Lanka: a rischio 60 mila ettari di terreni coltivabili
Colombo (AsiaNews) - È allarme siccità in Sri Lanka: il ritardo delle piogge monsoniche da nord-ovest ha colpito in modo grave il settore agricolo, e minaccia di distruggere risaie e altre coltivazioni. Anche i serbatoi delle centrali idroelettriche stanno esaurendo le scorte, provocando continui blackout energetici. Il 25 giugno scorso, il presidente Mahinda Rajapaksa ha partecipato a un incontro con i rappresentanti degli agricoltori di Mahaweli e Polonnaruwa, tra le zone più a rischio. Secondo Mahinda Yapa Abeywardena, ministro dell'Agricoltura, circa 60.700 ettari di terreni coltivabili rischiano di essere distrutti.
North Central Province, Northern Province e North Western Province sono le aree più colpite. "Molti serbatoi - ha spiegato il ministro - sono già prosciugati, e le coltivazioni sono distrutte. Lo Stato farà il massimo per aiutare i poveri contadini".
Secondo funzionari del Dipartimento per l'irrigazione, a Polonnaruwa gli agricoltori hanno lasciato circa 3mila ettari di terreno senza alcuna coltivazione; a Mahaweli, 6mila ettari di risaie e 20.250 ettari di altre coltivazioni sono vicini alla distruzione. È positiva invece la situazione degli agricoltori della Eastern Province, che secondo Abeywardena "hanno gestito in modo corretto le risorse idriche, dedicandosi anche a colture alternative a quella del riso, che richiede ingenti quantità d'acqua".
Intanto, la diminuzione dell'acqua nei serbatoi idroelettrici ha fatto scendere la produzione di energia dell'11,7% a 3,58 GWh. Per far fronte alla domanda, lo Stato sta ricorrendo all'energia termica, la cui produzione è salita dell'88,3%. Secondo le autorità, questo aumento nell'uso dell'energia termica rischia di provocare gravi perdite alla Ceylon Electricity Board (Ceb).
Se le piogge dovessero ancora tardare, il Consiglio nazionale per l'approvvigionamento idrico e il drenaggio sarà costretto ad aumentare i blackout energetici e a razionare l'acqua potabile.