09/12/2014, 00.00
PAKISTAN

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Alishba Bibi, picchiata e umiliata da una famiglia musulmana: “Basta soprusi contro i cristiani”

di Shafique Khokhar
La donna, 30 anni e e madre di quattro figli, è stata aggredita con brutalità e lasciata nuda per strada da alcuni islamici, molto influenti nella zona. La polizia arresta e rilascia i colpevoli, poi altera il verbale di denuncia. Il 5 dicembre in programma l’udienza preliminare, subito aggiornata. Sotto protezione, Alishba annuncia battaglia per sé e tutta la comunità cristiana.

Faisalabad (AsiaNews) - "Sono stata picchiata e umiliata in pieno giorno solo perché appartengo alla comunità cristiana. Combatterò per ottenere giustizia e portare i colpevoli dietro le sbarre, perché ad altri poveri cristiani come me possa essere risparmiato tutto questo in un futuro". È quanto afferma ad AsiaNews Alishba Bibi, vittima di un attacco brutale nelle scorse settimane da parte di una potente famiglia musulmana della zona. Originaria della colonia di Rana Town, nel distretto di Sheikhupura, nella provincia del Punjab (la più popolosa del Pakistan), la 30enne e madre di quattro figli è stata aggredita in modo brutale e costretta a sfilare nuda, in seguito a una banale controversia. "Del resto - aggiunge la donna - è prassi comune che in questa zona i cristiani siano vittime delle angherie di questa famiglia, nessuno osa contrapporsi a Mushtaq Gondal perché vanta stretti legami con politici e malfattori. Tuttavia, non farò un passo indietro e lotterò sino a che non avrò ottenuto giustizia". 

L'aggressione risale al 19 novembre: rientrando a casa con la figlia, dopo averla prelevata da scuola, Alishba Bibi viene aggredita a parole da una donna, Rani Bibi, appartenente a una famiglia musulmana molto influente della zona. Fra le due nasce un diverbio, durante il quale Rani chiama in aiuto i due figli, Muneeb Gondal e Mubeen Gondal.

I due giovani, armati di bastone, picchiano in modo selvaggio Alishba e, dopo averla denudata, derubata del telefono e di diecimila rupie, la abbandonano priva di sensi in mezzo alla strada. La madre cristiana viene soccorsa da due donne, Shamim Bibi e Rehana Shaukat, che abitano nella zona e la conducono nella casa di una di loro, per le prime cure mediche. 

Decisa a ottenere giustizia, Alishba Bibi - con l'aiuto di Aslam Parvaiz Sahotra, vice-presidente di Human Liberation Commission Pakistan (Hlcp) - sporge denuncia alla polizia di Ferozwala; tuttavia, l'ufficiale a capo della caserma non accoglie con serietà l'istanza, compila in qualche modo i documenti e cerca di minimizzare la vicenda. Il padre dei due giovani, Mushtaq Gondal, è una persona influente della zona, temuta anche dalle forze dell'ordine che arrestano in un primo momento i figli, per poi rilasciarli poco dopo. 

Il 5 dicembre era in programma l'udienza preliminare del processo a carico dei due imputati, ma il giudice aggiunto del distretto di Sheikhupura Younis Aziz ha subito aggiornato la seduta al 9 dicembre. Al momento non è chiaro se Muneeb Gondal e Mubeen Gondal andranno a giudizio. Intanto Alishba Bibi vive protetta negli uffici della Hlcp, nel timore di ritorsioni o vendette. Interpellato da AsiaNews Aslam Parvaiz Sahotra punta il dito contro la polizia, che invece di cercare giustizia si dimostra connivente con i colpevoli. "Per difendere gli imputati, i poliziotti - aggiunge - hanno prodotto un falso rapporto in cui affermano che Alishba avrebbe accoltellato Mubeen Gondal. Questo è il quinto incidente analogo che avviene nella zona, per mano di una leadership influente che vessa cristiani poveri e indifesi". 

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