Algeri, chiuse quattro chiese negli ultimi mesi
I musulmani in Europa hanno il diritto di costruire moschee e praticare la loro fede in pace, mentre i cristiani in Algeria non hanno questo privilegio. Chiesa protestante algerina: La legge sulla regolazione del culto non musulmano usata come una spada di Damocle. I cristiani costretti ad affittare locali dove riunirsi, mentre i proprietari vengono minacciati ed intimoriti dalle autorità.
Algeri (AsiaNews) – La pratica religiosa delle minoranze è minacciata in Algeria. Alcune leggi, come quella promulgata dal presidente Abdelaziz Bouteflika nel 2006 sulla regolamentazione del culto non musulmano, rendono difficile per i cristiani anche solo professare la propria fede. Di Kamel Abderrahman abbiamo già pubblicato un articolo sulla libertà religiosa nel Paese.
Ad Azagher, nei dintorni della città di Akbou, provincia settentrionale di Béjaïa, vi è una piccola chiesa che ha funzionato molto bene per almeno sette anni. All'inizio del mese scorso, è stata costretta ad interrompere tutte le sue attività. Questa è la quarta chiesa ad aver chiuso negli ultimi quattro mesi. Si noti che le altre si trovano nei pressi della città di Oran, capoluogo dell’omonima provincia situato 600 km ad ovest di Akbou.
A differenza della chiesa di Azagher (in Cabilia), le altre tre erano affiliate alla Chiesa protestante d'Algeria (Epa), riconosciuta in via ufficiale dal governo a partire dal 1974. Come riporta il sito web di World Watch Monitor, negli ultimi mesi, su 45 chiese Epa, 25 hanno ricevuto notifiche che imponevano loro di conformarsi agli standard di sicurezza. Una decisione alquanto eccessiva, soprattutto perché i finanziamenti esteri alle chiese sono proibiti dallo Stato del mio Paese.
Mohamed Aissa, il nostro ministro per gli Affari religiosi, da parte sua e in una dichiarazione sul canale pro-regime Ennahar TV ha negato ogni discriminazione contro la minoranza cristiana del Paese. Egli afferma che se le chiese sono state chiuse è perché “non rispettavano gli standard di sicurezza richiesti per un luogo di culto”. Questa opinione non è affatto condivisa dagli osservatori per i diritti umani, secondo i quali queste chiusure fanno parte di una “coordinata campagna d’azione delle autorità governative contro le chiese”.
Nel frattempo, l’Epa sostiene che il governo stia applicando la legge del 2006 sulla regolazione del culto non musulmano “come una sorta di spada di Damocle sospesa sopra le chiese”. La legge stabilisce che il permesso deve essere ottenuto prima di utilizzare un edificio per il culto non musulmano, e che il culto può essere condotto solo in edifici che sono stati specificamente destinati a tale scopo.
In pratica, le autorità non hanno quasi mai risposto alle richieste di autorizzazione da parte delle chiese. Senza autorizzazione ufficiale, i cristiani sono stati costretti ad affittare locali e quindi informare le autorità in un secondo momento. Intanto, i proprietari di case che affittano un edificio ad una chiesa sono anche minacciati e intimiditi dalle autorità, che così rendono più difficile alle comunità cristiane trovare un posto dove incontrarsi.
Come musulmano, l'argomento avanzato dal ministro degli Affari religiosi mi ispira il sospetto che tutto ciò sia solo una discreta ed indiretta applicazione della sharia. La chiusura delle chiese è una decisione anticristiana, poiché il governo del mio Paese non fa assolutamente nulla per aiutare le comunità cristiane a permettersi un adeguato luogo di culto. Questo fa parte delle maldestre azioni che vengono condotte contro i miei fratelli cristiani nel mio Paese e persino dei procedimenti giudiziari non appena essi annunciano la loro conversione. Di conseguenza, mi chiedo come mai i musulmani in Europa abbiano il diritto di costruire moschee e praticare la loro fede in pace, mentre i cristiani in Algeria non hanno questo privilegio in un paese che si considera musulmano. Se venisse chiusa una moschea in Europa, si alzerebbero voci per denunciare il complotto e l'islamofobia.