Aleppo, "tregua parziale" fra esercito siriano e gruppi ribelli
Dalla notte è in vigore un “parziale e traballante” cessate il fuoco fra i due fronti in lotta. Esclusi dalla tregua i gruppi jihadisti come lo Stato islamico e al Qaeda. Fondamentali le pressioni diplomatiche di Russia e Stati Uniti, preoccupate per l’escalation di violenze. In meno di due settimane 300 vittime civili nella capitale del nord.
Damasco (AsiaNews/Agenzie) - In seguito alle pressioni diplomatiche esercitate da Russia e Stati Uniti, la tregua “parziale e traballante” fra esercito siriano e gruppi ribelli non-jihadisti è stata estesa anche alla città di Aleppo, da giorni al centro di pesanti combattimenti. Secondo fonti di Washington nelle ultime ore si è già registrata una diminuzione delle violenze nella “capitale del Nord”, dove in meno di due settimane si sono registrate quasi 300 vittime.
L’esercito siriano conferma il proposito di rispettare un cessate il fuoco di 48 ore, iniziato all’una della scorsa notte (le 11 di sera del 4 maggio in Italia).
La Casa Bianca e il Cremlino hanno raggiunto una cessazione delle ostilità su scala nazionale lo scorso 27 febbraio, ma nelle ultime settimane la tregua ha vacillato sotto i pesanti colpi dell’artiglieria dei ribelli e dell’aviazione siriana (sostenuta dai caccia russi).
L’accordo non riguarda le milizie jihadiste dello Stato islamico (SI) e il Fronte di al-Nusra, emanazione locale di al Qaeda.
La diplomazia internazionale in queste ore ha accolto con favore l’estensione della tregua ad Aleppo, come sottolinea il segretario di Stato americano John Kerry il quale si aspetta “una cessazione delle ostilità da tutti i fronti” in lotta. Mark Toner, portavoce del Dipartimento di Stato Usa, conferma “la diminuzione delle violenze” nelle ultime ore, “in special modo ad Aleppo, anche se non è certo completa”.
Per l’inviato speciale Onu per la Siria Staffan de Mistura il fallimento della tregua avrebbe conseguenze “catastrofiche”, con oltre 400mila persone in fuga dalla città e dalla provincia verso il confine turco.
La drammaticità della situazione è confermata anche dalle fonti di AsiaNews. Ieri p. Ibrahim Alsabagh, 44enne francescano, guardiano della parrocchia latina di Aleppo, aveva raccontato di “missili contro ospedali, scuole e moschee”. La popolazione sta subendo inerme un “vero e proprio crimine contro l’umanità”, ha aggiunto il sacerdote; per questo i capi cristiani della città hanno lanciato un appello a vescovi, sacerdoti e fedeli cattolici nel mondo, perché offrano “le messe di domenica prossima, 8 maggio, per la pace in Siria e in special modo ad Aleppo”.
04/05/2016 12:32