Aleppo, morto in un raid aereo un leader ribelle. Era uno dei capi di Al Nusra
Abu Omar Sarakeb è stato ucciso durante un’operazione ad ovest della città. Finora non vi sono conferme ufficiali sull’autore dell’attacco. Oggi a Ginevra nuovo incontro fra Usa e Russia per cercar di raggiungere una tregua. Il capo della Cia John Brennan sancisce di fatto la partizione della Siria (e dell’Iraq).
Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Un anziano leader di primo piano del gruppo ribelle (filo jihadista) Jabhat Fateh al-Sham, meglio noto con il precedente nome di Fronte di al Nusra, è stato ucciso in un raid aereo nei pressi della città di Aleppo, nel nord della Siria. A dare l’annuncio sono fonti vicine ai ribelli, rilanciate su un account twitter vicino al gruppo. Nel messaggio si conferma che il comandante Abu Omar Sarakeb è morto in un attacco dell’aviazione nella provincia settentrionale.
Al Nusra ha cambiato il proprio nome alla fine di luglio, dopo tagliato i ponti con la rete del al Qaeda della quale era stata a lungo emanazione locale in Siria.
Al momento non vi sono notizie ufficiali su quale forza militare in campo abbia sferrato l’attacco. Nelle ultime settimane sia le forze aeree governative siriane, che la Russia e gli Stati Uniti hanno compiuto diversi raid nell’area contro gruppi di miliziani e fazioni jihadiste.
Testimoni locali rilanciati dalla Reuters aggiungono che Abu Omar Sarakeb e altri combattenti avevano trovato rifugio in un nascondiglio nel villaggio di Kafr Naha, ad ovest di Aleppo. Anche se non vi sono conferme indipendenti, filtrano notizie relative alla uccisione - o al ferimento - di altri leader di primo piano del gruppo estremista.
Nel febbraio scorso il fronte di al Nusra - oggi Jabhat Fateh al-Sham, il “Fronte della Conquista della Grande Siria” - era stato escluso dall’accordo per il cessate il fuoco sulla Siria mediato da Washington e Mosca, assieme allo Stato islamico (SI). A dispetto del cambiamento di nome, non vi sono altre ragioni per considerare in modo diverso il gruppo che resta legato alla galassia estremista islamica e jihadista.
Nelle ultime settimane Aleppo è diventata l’epicentro del conflitto siriano e da tempo si annuncia una battaglia campale per la conquista della città, con la zona ovest in mano ai governativi e il settore est controllato dai gruppi ribelli. Gli sforzi diplomatici messi finora in campo da Stati Uniti e Russia si sono sempre conclusi con un nulla di fatto
Oggi è in programma un nuovo incontro a Ginevra fra il campo della diplomazia Usa John Kerry e il ministro russo degli Esteri Sergei Lavrov. L’obiettivo è raggiungere una tregua su scala nazionale, migliorare la distribuzione di aiuti umanitari e far ripartire i colloqui di pace. Sulla necessità di una tregua ad Aleppo di è espresso anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in un colloquio con l’omologo russo Vladimir Putin; un cessate il fuoco che va raggiunto “il prima possibile”.
Intanto di Siria (e Iraq) ha parlato anche il capo della Cia (il servizio di intelligence americana), il quale ha affermato che uccisioni e violenze hanno colpito a tal punto il Paese che ben difficilmente “potrà essere rimesso insieme” in futuro. In un’intervista al CTC Sentinel, una rivista militar pubblicata a West Point, John Brennan sancisce di fatto la partizione dei due Stati, uno degli obiettivi perseguiti da Washington nella regione mediorientale. “Mi chiedo se vedrò mai in vita - ha sottolineato - la creazione di un governo centrale in entrambi i Paesi, che abbia la capacità di amministrare in modo equo”. La soluzione è una struttura federale, con regioni autonome come avviene di fatto da tempo nel Kurdistan irakeno.