Aleppo, appello del leader di al Nusra: Unità fra jihadisti per la battaglia decisiva
Il muftì Al Muhaissni si rivolge ai gruppi combattenti del Paese. Egli auspica “unione, organizzazione e ravvicinamento” basandosi sui “fondamenti generali dell’islam”. Nemico giurato dello Stato islamico, il giudice coranico cerca di ingraziarsi le simpatie degli sciiti di Hezbollah. Ma il suo linguaggio unificatore non convince nessuno dei gruppi jihadisti.
Aleppo (AsiaNews) - Il muftì di al Nusra e giudice coranico dei gruppi jihadisti takfiri in Siria Abdallah ben Mohammad Ben Suleiman Al Muhaissni, un saudita noto come Abdallah Al Muhaissni, ha rivolto ieri un appello ai jihadisti del Paese, perché si uniscano per la battaglia decisiva di Aleppo. In un’intervista rilasciata ad Al Masra, organo ufficiale della sezione yemenita di al Qaeda, il muftì di al Nusra - e ideatore dell’arruolamento dei ragazzi e adolescenti ai gruppi jihadisti armati - ha detto: “In questa situazione e in questi giorni abbiamo bisogno di unione, organizzazione e ravvicinamento. [Bisogna] unirsi sui fondamenti generali dell’islam e ripagare l’aggressore”. Egli ha inoltre parlato della necessità di “mettere da parte i dissensi, di dimenticare i disaccordi e unire i ranghi” per far fronte alla “battaglia decisiva” di Aleppo.
Al Muhaissni, che rifiuta qualsiasi critica all’Arabia Saudita, alla Turchia o al Qatar, ha manifestato la propria felicità dinanzi alla notizia della morte di al Adnani, il braccio destro del califfo di Daesh al Baghdadi. Di fronte alle sconfitte catastrofiche dei suoi gruppi armati ad Aleppo, egli ha scelto di adottare un linguaggio unificatore che però non convince nessuno dei vari gruppi jihadisti siriani.
Il muftì di al Nusra ha fatto ricorso alla storia, per toccare i cuori dei suoi ascoltatori dicendo: “Il crollo dell’impero Ottomano ha condotto alla nascita di varie correnti e partiti islamici. Il Jihad [Guerra Santa contro Satana e gli infedeli, ndr] oggi ci unirà in un’unica piazza e su un unico fronte, per un obiettivo unico e uno scopo comune. Non lasceremo al nemico alcuna possibilità di dividerci”.
Al Muhaissni, noto per il suo odio nei confronti degli sciiti, lui che aveva - da giudice coranico - sempre vantato di condannare direttamente e senza processo qualsiasi prigioniero di guerra alawita siriano, ha tentato di ingraziarsi anche le simpatie degli sciiti di Hezbollah in Libano. Egli ha affermato che vi sono 10 prigionieri libanesi di Hezbollah [nelle sue mani], ma che non vengono uccisi. Egli ha inoltre chiesto al leader di Hezbollah, lo sceicco Hassan Nassrallah, di tornare a essere "l’eroe di tutti i musulmani”, quello che già era “dopo la vittoria della guerra del luglio 2006 contro Israele”.
Per ingraziarsi gli sciiti, al Muhaissni ha perfino dichiarato in un’intervista in esclusiva rilasciata via Skype al quotidiano libanese al-Akhbar che “tutti i jihadisti islamici in Siria, messi insieme, valgono meno di un pelo superfluo del corpo dell’imam Ali”.
La disperazione che trapela fra le righe delle dichiarazioni di al Muhaissni dimostra, se necessario, ancora una volta le terribili divisioni che dilaniano la miriade dei vari gruppi jihadisti sunniti in Siria. Essi sono spaccati in varie alleanze regionali e internazionali, con interessi contrastanti.
Abdallah ben Mohammad Ben Suleiman Al Muhaissni è un imam saudita, nato a Brida nella Regione di al Kassim, laureato in Feqh comparato (teologia islamica comparata) all’università saudita dell’imam Muhamad Ben Saud. Il leader religioso è arrivato in Siria nel mese di ottobre 2013 come “combattente indipendente”, con lo scopo di risolvere i conflitti fra il califfato di Daesh (lo Stato islamico) e le varie frazioni jihadiste in Siria. In particolare, fra “Ahrar Al Sham” (i Liberi di Damasco, con Sham che è sinonimo di Damasco considerato come provincia Sham del califfato islamico che comprende Siria, Libano, Giordania e Palestina) e la stessa al Nusra.
Appena giunto in Siria, egli aveva chiesto di incontrare il “califfo” dello SI al Baghdadi il quale ha rifiutato di vederlo delegando il “governatore di al Sham” Abu Ali Al Anbari (da Al Anbar in Iraq), il quale gli ha proposto di unirsi ad Daesh e di svolgere l’incarico di “giudice coranico”. Una offerta che Al Muhaissni ha rifiutato, diventando in seguito il più accanito critico di Daesh fra i jihadisti. È lui che ha riorganizzato la fazione “Jaish Al Fateh” (Esercito di Al Fateh-Invasioni Islamiche) pro-saudita e turca, nella quale ricopre ora la carica di giudice della sharia, ovvero il giudice coranico. (PB)