Aleksandr Gabyshev, lo sciamano anti-Putin, internato in ospedale psichiatrico
Aveva percorso oltre 3mila km per scacciare Putin, considerato un demone, attraverso degli esorcismi. Lungo la strada ha raccolto le paure e le insoddisfazioni di molta gente. Egli è un “auto-chiamato” (samozvanets), uno “sciamano per natura”, che concilia la sua vocazione col cristianesimo, recitando per strada anche le litanie ortodosse.
Mosca (AsiaNews) - Lo sciamano-guerriero della Jacuzia, Aleksandr Gabyshev, che da qualche mese aveva iniziato la sua “marcia su Mosca” per liberarsi del dittatore Vladimir Putin, è scomparso dallo scorso 19 settembre, quando stava passando la frontiera interna tra la Buryatia e la regione di Irkutsk. Alcuni sconosciuti lo hanno rapito di mattina presto, e solo dopo un paio di giorni dal ministero dell’interno russo è giunta comunicazione che Gabyshev è stato preso per sospette attività criminali in Jacuzia, dove sarebbe stato rispedito per essere giudicato. Il 21 settembre il ministero della sanità della Jacuzia ha comunicato che egli è stato rinchiuso in un ospedale psichiatrico repubblicano per “sottoporlo a diagnosi”.
Lo sciamano aveva percorso oltre 3mila km a piedi, con l’intenzione di recarsi nella capitale russa per scacciare Putin, che egli considera un demone, con degli appositi esorcismi. Dopo quasi sei mesi di tragitto, la sua missione si era peraltro modificata: al posto della “lotta finale” rituale, Gabyshev intendeva radunare a Mosca una grande folla di suoi sostenitori, che avrebbero chiesto pacificamente al presidente di farsi da parte. Per strada stava cercando di raccogliere sempre più persone, come ha raccontato un corrispondente della Bbc che ha trascorso con lui alcuni giorni di cammino.
“A Ulan-Ude si aspettavano che facessi qualche miracolo, che io fossi un guaritore o un indovino” – ha raccontato Gabyshev attorno al falò serale – “ma io ho un solo scopo, quello di scacciare Putin, come ho continuato a ripetere. Le persone venivano da me con i loro problemi interiori, i dubbi e le paure, si facevano domande e si davano le risposte: avevano bisogno di sfogarsi con qualcuno”. I sostenitori buriati hanno dato allo sciamano viveri e generi di conforto, e si attendevano un grande meeting come quello che era stato organizzato in Chita il 12 giugno scorso, quando il nome di Gabyshev si era diffuso in tutto il Paese, e le sue ultime parole sono diventate virali: “Ricordatevi che Putin non è obbligatorio per legge!”
Gabyshev non ha voluto lanciare altri proclami e radunare folle, perché “ormai le pietre sono state lanciate, ora è tempo di raccoglierle”. Gli ultimi giorni parlava sottovoce e quasi controvoglia, a differenza degli annunci iniziali, quando prometteva “Sarà una grande lotta, una lotta gloriosa! Io sono nato per combattere, conosco tutte le forme di lotta e tutte le armi... e dopo un intero giorno di lotta, tutta la Russia si rialzerà, milioni di persone mi seguiranno”.
Al di là del folclore estremo-orientale, la rivolta dello sciamano si richiama ai classici dell’insurrezione popolare russa, dai cosacchi di Emeljan Pugachev contro Caterina II alle folle guidate dal pope Gapon a San Pietroburgo nel 1905. Di Gabyshev non si sa molto: ha 51 anni, si è laureato in storia, ma non ha mai insegnato. Si dice che abbia lavorato come elettricista o fonditore. Nei colloqui per strada ha raccontato della morte della moglie in anni giovanili, in seguito alla quale era caduto in un senso di vuoto, vivendo da solo nei boschi e nutrendosi di bacche e radici per tre anni, finché non comprese che “gli spiriti superiori” lo chiamavano alla grande missione di sciamano-guerriero, con un unico scopo.
Gli sciamani ufficiali della Buryatia lo hanno dichiarato pazzo e impostore; solo il vice-presidente del Consiglio dello Sciamano Supremo di Russia, Buda Shiral-Batuev, ha detto più diplomaticamente che il guerriero della Jacuzia è un “auto-chiamato” (samozvanets), termine russo per indicare i profeti “indipendenti”. Batuev, del resto, al rango sciamanico aggiunge l’ufficio di membro del parlamento, il Kural della Buryatia, e la tessera del partito comunista russo; a suo parere, se Gabyshev avesse spento qualche incendio o fermato qualche inondazione, si potrebbe anche credergli, ma egli si limitava ad andare in giro per strada. Lo stesso Gabyshev ha risposto semplicemente di essere “sciamano per natura” e di conciliare la sua vocazione col cristianesimo, recitando per strada anche le litanie ortodosse.
Nella foto 3, una bandiera con lo slogan: “Per il ritorno della libertà in Russia! La via dello sciamano”.
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