Al via la visita di Than Shwe in Cina
Yangoon (AsiaNews/Agenzie) – Inizia domani la visita di quattro giorni (7-11 settembre) in Cina del leader della giunta militare birmana, Than Shwe. Ancora non è noto da chi sarà composta la delegazione capeggiata dal generalissimo, 77 anni, che raramente lascia il Paese per viaggi di Stato. Ma i temi su cui potrebbero vertere i colloqui sono immaginabili. Il ministero cinese degli Esteri ha reso noto che Than Shwe incontrerà sia il presidente Hu Jintao, che il premier Wen Jabao e si recherà a Pechino, Shaghai e Shenzhen, nella provincia meridionale del Guangdong.
Le recenti “dimissioni” – forse per partecipare alle elezioni generali del prossimo 7 novembre - di alcuni vertici della giunta birmana avevano sollevato dubbi sul futuro dello stesso leader. Analisti come Aung Kyaw Zaw ritengono che, oltre che per colloqui economici e commerciali, la visita servirà appunto per presentare all’alleato cinese gli ufficiali del governo militare, che hanno sostituto i dimissionari.
Al centro dell’incontro con le autorità cinesi potrebbe esserci anche la questione degli eserciti etnici che operano lungo il confine comune. “La Cina è l’alleato più stretto dell’ex Birmania – spiega Aung Kyaw Zaw – e per questo deve essere costantemente aggiornata e conoscere anche i nuovi generali. Probabilmente il nuovo Capo congiunto dello staff compirà lui stesso un altro viaggio”. Il terzo più potente uomo della giunta Shwe Mann, infatti, si sarebbe dimesso dall’incarico militare di Capo congiunto dello staff due settimane fa. Stando al sito Democratic Voice of Burma, è stato sostituito da Min Aung Hlainh, precedentemente Capo del bureau per le operazioni speciali.
Gli analisti sono certi che la delegazione birmana aggiornerà i vertici cinesi anche sulle imminenti elezioni generali. La Commissione elettorale ha deciso di non organizzare il voto in cinque delle amministrazioni cittadine lungo il confine comune, e di cui molte sono controllare dall’“Esercito dello Stato Ma unito” (Uwsa), forte di 30mila uomini. Di fatto la consultazione popolare, la prima multipartitica in 20 anni, non sarà altro che una farsa: Costituzione, Commissione elettorale e regolamenti per partiti politici e candidati sono studiate ad hoc perché il potere rimanga in mano ai militari, ottenendo la maggioranza in Parlamento. In lizza vi sono oltre 40 partiti, ma non la Lega nazionale per la Democrazia del Nobel Aung San Suu Kyi che boicotta il voto.
Gli investimenti cinesi in Myanmar sono cresciuti molto negli ultimi anni. Oggi la Cina è il terzo partner commerciale dell’ex Birmania, dopo Thailandia e Singapore. A gennaio 2010, la Cina aveva investito 1,8 miliardi di dollari in Myanmar.