Al via la mattanza di animali per la festa di Dashain. Protestano buddisti e animalisti
La festività dura 15 giorni ed è la più importante del Nepal. Gli amanti degli animali presidiano i templi e tentano di sensibilizzare gli indù. La puzza delle carcasse in decomposizione avvolge le case intorno ai luoghi di culto. La polizia schierata per evitare scontri.
Kathmandu (AsiaNews) – In Nepal è iniziata ieri la festa indù di Dashain, e con essa anche le proteste di buddisti e animalisti. Essi si oppongono alla mattanza di migliaia di capi di bestiame, tratto caratteristico delle festività che proseguirà per 15 giorni. Si calcola che quest’anno verranno macellati un milione di capre, pecore, bufali e uccelli. Il loro sangue fresco verrà offerto agli dei e fatto colare sui gradini dei templi. Ma per buddisti, in larga parte contro ogni forma di violenza, l’uccisione di così tanti animali è un sacrilegio. Il lama Tsering Dorje, di Kathmandu, afferma ad AsiaNews: “Noi rispettiamo la cultura altrui, ma il massacro di migliaia di innocenti animali e uccelli non è una buona pratica. Ci opponiamo a questi assassini e chiediamo agli indù di rispettare la non violenza”.
La festa di Dashain è la più importante e la più lunga di tutto il Nepal. Per questa occasione, i nepalesi di tutto il mondo cercano di tornare a casa e stare in famiglia. La festività celebra la vittoria del bene contro il male e la nascita della dea Durga, creata per sconfiggere il demone Mahishasura e interrompere il suo regno di terrore nel mondo divino e umano. I primi nove giorni del Dashain simbolizzano la battaglia fra i due: ecco perché nell’ottavo e nel nono giorno si sacrifica il sangue fresco degli animali, un dono “ricostituente” per la dea impegnata nelle fasi finali dello scontro.
Il lama riferisce anche che centinaia di buddisti amanti degli animali e della pace stanno affollando diversi templi indù e cercano di convincere i fedeli a non macellare gli animali. “Stiamo facendo una campagna di sensibilizzazione in tutto il Paese”, aggiunge. Sunita Bhandari, attivista che sta presidiando il Maitidevi Temple nella capitale, sostiene: “Non si tratta solo di uccidere animali. Qui si sta insegnando alle giovani generazioni a diventare violenti. Inoltre in questo periodo i templi indù sono sovraffollati, quindi chi vive nelle loro vicinanze è costretto a fare i conti con le carcasse degli animali”.
I bambini hanno timore ad avvicinarsi ai luoghi di culto e la puzza nauseante della carne in decomposizione sta causando notevoli disagi. Il guru Guvaju Ratindra, sacerdote del tempio Bhadrakali, riferisce: “Noi non chiediamo ai fedeli di uccidere gli animali, bensì di offrire noci di cocco. Ma essi si presentano con le bestie e le sacrificano in onore degli dei, come vuole la tradizione indù. Non possiamo impedirglielo, perché il Dashain è il momento in cui fare felici le divinità”.
Temendo possibili scontri tra la popolazione indù e gli animalisti, il governo ha aumentato il numero degli agenti dislocati ai templi. Il poliziotto Hemanta Rawal afferma: “Seguiamo le direttive del governo e faremo rispettare l’ordine e la legge. Vogliamo che indù, buddisti e fedeli di altre religioni si rispettino l’un l’altro”. Mohan Bahadur Basnet, portavoce del governo, dichiara che il Dashain “fa parte della nostra cultura e ci vorrà tempo prima di scardinare la pratica. Il governo deve ascoltare il parere di tutti”. Nel frattempo Kathmandu schiera le forze di sicurezza.