Al via la “guerra delle liste” per le presidenziali
Il patriarca maronita Sfeir ha consegnato ieri la sua lista con i candidati eleggibili alla presidenza della Repubblica libanese. La stampa locale azzarda ipotesi sui nomi, che dovrebbero essere tra i 6 e i 12. L’Onu invita “tutti i leader libanesi ad assumersi le loro responsabilità”.
Beirut (AsiaNews/Agenzie) – È iniziata la “guerra delle liste” per i candidati eleggibili alla presidenza della Repubblica libanese. Descrive così, oggi, il quotidiano online Naharnet, le ultime “speculazioni” su alcuni dei possibili nomi. André Parant, Incaricato d’Affari dell’ambasciata francese in Libano, ha reso noto che il patriarca maronita Nasrallah Sfeir ha consegnato ieri la sua lista per “sbloccare una situazione divenuta drammatica”, come egli stesso ha detto. “Ora dipende da Nahih Berri e di Saad Hariri (rispettivamente presidente del Parlamento e leader della maggioranza, ndr) raggiungere un consenso sulla base di questo elenco”, ha concluso Parant.
Un funzionario libanese ha sostenuto che la lista di Sfeir comprende i tre candidati dichiarati: Nassib Lahoud e Boutros Harb - entrambi appoggiati dalla maggioranza al governo - e il generale Michel Aoun, dell’opposizione. La stessa fonte, citata da Naharnet, fornisce altri tre nomi: Robert Ghanem - avvocato e membro del Parlamento - Joseph Tarabay - che guida l’ufficio della Union of Arab Banks e l’Association of Lebanese Banks - e Damianos Qattar, ex ministro delle Finanze nel governo ad interim di Najib Mikati nel 2005.
Interpellando “fonti diplomatiche europee”, il quotidiano As Safir riferisce che la lista conterrebbe tra i sei e i sette nominativi. Oltre agli scontati Lahoud, Harb e Aoun, anche in questo caso di cita Ghanem ma si aggiungono: Michel Edde – ex ministro di Gabinetto – e Michel Khoury. Nessuna ipotesi sul nome del potenziale settimo candidato. Le ipotesi di altri quotidiani mediorientali fanno salire fino a 12 nomi nella lista compilata dal patriarca.
Intanto ieri a Beirut il segretario generale dell' Onu, Ban ki-Moon, ha incontrato autorità ed esponenti politici della maggioranza parlamentare antisiriana e dell'opposizione guidata da Hezbollah, come pure lo stesso patriarca maronita. Nell’occasione ha invitato “tutti i leader libanesi ad assumersi le loro responsabilità, mettendo da parte interessi personali e confessionali”.
Dopo due rinvii le elezioni per il capo di Stato sono fissate per il prossimo 21 novembre. Il presidente, come stabilisce la Costituzione, deve essere un cristiano maronita ed è eletto dal parlamento piuttosto che per voto popolare.
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