Al "piccolo gregge dei cristiani" del Medio Oriente serve il sostegno delle Chiese di tutto il mondo
Città del Vaticano (AsiaNews) - "Il piccolo gregge dei cristiani" del Medio Oriente, dove "sembra prevalere l'odio insensato di chi uccide e la disperazione disarmante di chi ha perso tutto ed è stato sradicato dalla terra dei propri padri", è unito dall'ecumenismo del sangue che supera le divisioni, ma ha bisogno più che mai del sostegno spirituale e materiale di tutte le Chiese del mondo.
Lo ricorda la Congregazione per le Chiese Orientali nella lettera a tutti i vescovi del mondo nella quale si chiede sostegno per l'annuale Colletta per la Terra Santa. Una richiesta di aiuto per una serie di iniziative che riguardano il sostegno alle Chiese e Istituzioni ecclesiastiche; sussidi ordinari e straordinari per il culto, la vita ecclesiale e la promozione umana; sussidi specifici per l'attività scolastica di ogni ordine e grado e per la formazione e le emergenze che nel 2014 hanno visto stanziamenti per la Siria e l'Iraq.
"Il tempo di Quaresima - si legge nella lettera a firma del prefetto, cardinale Leonardo Sandri e del segretario Cyril Vasil', S.I. - ci invita a meditare sull'amore per i Luoghi che sono stati all'origine della nostra fede e presso i quali, nella sequela di Cristo, Salus Mundi, si sono riunite le prime comunità cristiane, ricordate da San Paolo quando esorta calorosamente a "fare una colletta a favore dei poveri ..." (cfr. Rm 15,25-26; Gal 2,10; 1Cor 16; 2Cor 8-9).
Come l'Apostolo, anche Papa Francesco ha particolarmente a cuore le sofferenze di tanti fratelli e sorelle in questo angolo del mondo, reso sacro dal Sangue dell'Agnello, ed "aggravate negli ultimi mesi a causa dei conflitti che tormentano la Regione [...]. Questa sofferenza grida verso Dio e fa appello all'impegno di tutti noi, nella preghiera e in ogni tipo di iniziativa" (Papa Francesco, Lettera ai Cristiani del Medio Oriente, 21 dicembre 2014).
Attualmente sono milioni gli sfollati che fuggono dalla Siria e dall'Iraq, dove il grido delle armi non tace e la via del dialogo e della concordia pare completamente smarrita, mentre sembra prevalere l'odio insensato di chi uccide e la disperazione disarmante di chi ha perso tutto ed è stato sradicato dalla terra dei propri padri.
Se i cristiani di Terra Santa sono esortati a resistere per quanto possibile ad ogni tentazione di fuga, ai fedeli in tutto il mondo si chiede di prendere a cuore la loro vicenda. Essa coinvolge fratelli appartenenti alle diverse confessioni, in quell'Ecumenismo del sangue che concorre al trionfo dell'unità: "ut unum sint!" (Gv 17,21).
La Collecta pro Terra Sancta, quest'anno è più che mai occasione preziosa per essere pellegrini nella fede sull'esempio del Santo Padre, che nel maggio scorso ha visitato questo lembo di Terra caro ai Cristiani, agli Ebrei e ai Musulmani e promuovere il dialogo attraverso la concordia, la preghiera e la condivisione tra tutti i fratelli in Cristo, perché "il cammino della pace si consolida se riconosciamo che tutti abbiamo lo stesso sangue e facciamo parte del genere umano; se non dimentichiamo di avere un unico Padre nel cielo e di essere tutti suoi figli, fatti a sua immagine e somiglianza." (Omelia di Papa Francesco durante la S. Messa all'International Stadium di Amman, 24 maggio 2014).
Il piccolo gregge dei Cristiani, sparso per tutto il Medio Oriente è chiamato "a promuovere il dialogo, a costruire ponti, secondo lo spirito delle Beatitudini (cfr. Mt 5,3-12), a proclamare il vangelo della pace..." (Id., Lettera ai Cristiani del Medio Oriente).
Solo nell'unità dello spirito e nella carità fraterna di tutti i discepoli di Cristo, la Chiesa, Sua Sposa, potrà dare testimonianza di speranza ai suoi figli che vivono ogni giorno le stesse sofferenze del Signore umiliato ed abbandonato.
Auspico che la Collecta riceva accoglienza da parte di tutte le Chiese locali, perché possa crescere la partecipazione solidale che la nostra Congregazione coordina al fine di garantire alla Terra Santa il sostegno necessario alle esigenze della vita ecclesiale ordinaria e a tutte le diverse necessità".
Tra le destinazioni della Colletta vengono indicati contributi a istituzioni locali e internazionali, ecclesiastiche e civili, col coordinamento dell'Autorità Palestinese e a progetti abitativi che offrano a giovani nuclei familiari di rimanere in Terra Santa. C'è poi il sostegno a una rete scolastica capillare che, specie attraverso le parrocchie, favorisce un grado di scolarizzazione diffuso e qualificato, che è molto apprezzato a livello ecumenico ed interreligioso. Si può provvedere anche a devolvere contributi ai seminari, alle case di formazione religiose e istituzioni culturali nei Territori indicati.
Alla Lettera è unito anche un Rapporto sommario diffuso dalla Custodia di Terra Santa sui progetti e le opere realizzate. Tra le tante, il restauro, la manutenzione e l'impermeabilizzazione del tetto della basilica del Getsemani, il restauro dei mosaici delle cupole e del pavimento della basilica; la prosecuzione dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria del Santo Sepolcro; la realizzazione del nuovo giardino del convento del Cenacolo, con aree per la celebrazione e per l'accoglienza pellegrini, in un'area di circa 650m2; la prima fase della realizzazione di un centro parrocchiale e una scuola a Cana, per far fronte alle necessità dei parrocchiani; il finanziamento di 295 borse di studio universitarie per la durata di quattro anni, distribuite nelle diverse Università: Betlemme, Ebraica a Gerusalemme e Haifa, Bir Zeit, Amman e altre; il progetto di sostegno a dieci piccole imprese artigiane con l'acquisto di pezzi di ricambio, apparecchiature per la produzione, ausili per la messa in sicurezza delle attività; il completamento dei lavori di realizzazione dei laboratori del legno di ulivo e della madreperla a Betlemme; il completamento dei lavori di realizzazione di spazi ricreativi per i bambini della parrocchia di Nazareth.
11/02/2016 13:18