23/01/2017, 15.19
EGITTO-ISLAM
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Al Sisi: Costruiremo la Chiesa più grande dell’Egitto

di Loula Lahham

Il presidente egiziano fa la promessa al patriarca Tawadros. Il Centro per la ricerca legale islamica difende il diritto dei cristiani di costruire chiese in Paesi musulmani. Ma i copti sono ancora discriminati nella società.

Il Cairo (AsiaNews) – “Costruiremo la più grande chiesa d’Egitto nella nuova capitale amministrativa del Paese”: è quanto ha promesso il presidente egiziano Abdel-Fattah Al Sisi al patriarca copto Tawadros in occasione della festa del Natale ortodosso.

L’ex generale ha partecipato alla messa di mezzanotte del 6 gennaio scorso, presieduta da Tawadros. Questo è il terzo anno che il presidente si reca in una chiesa, per cercare di rassicurare la minoranza cristiana contro i violenti attentati che la colpiscono, l’ultimo dei quali lo scorso dicembre.

Nella nuova capitale alla periferia del Cairo sarà costruita anche la moschea più grande del Paese. Il progetto per la nuova capitale è divenuto una necessità per diminuire la concentrazione di popolazione nel Cairo. Nel nuovo centro del Paese saranno trasferiti anche le organizzazioni politiche ufficiali e diversi ministeri. In programma anche la costruzione di alloggi per almeno 5 milioni di persone.

I fondi per le due costruzioni, la chiesa e la moschea “più grandi del paese” cominciano ad affluire. Lo stesso Al Sisi ha offerto 100mila lire egiziane (circa 5200 euro). Anche uomini d’affari egiziani, di tutte le confessioni, stanno partecipando per esprimere il loro sostegno alla politica del presidente e per apparire “patriottici” davanti a lui.

Nei giorni scorsi, Dar Al-Iftaa, l’istituto per la ricerca legale islamica, ha diffuso anche un avviso in cui si spiega che è legittimo permettere ai cristiani di costruire delle chiese in Stati musulmani, nel rispetto delle leggi di ogni Paese. Ciò è una prova che la religione musulmana può consentire delle leggi basate sul principio di eguaglianza fra i cittadini di uno stesso Stato.

Abdel-Fattah Al Sisi ci tiene a presentarsi come difensore dei cristiani, pur senza mettere in crisi le pesanti discriminazioni sociali che pesano sui copti i quali non possono accedere a diversi posti e posizioni nella polizia, nell’esercito o nella giustizia.

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