22/03/2024, 11.11
PAKISTAN
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Aiuti alle vittime di Jaranwala, alla vigilia della Pasqua

di Shafique Khokhar

A Faisalabad una distribuzione di beni di prima necessità per 150 famiglie fuggite dalle violenze dello scoso agosto. L'intervento coordinato dalla diocesi di Faisalabad con Aid to Church in Need Germany. "Siamo ancora in preda a traumi fisici e mentali", racconta Shazia Bibi, una delle vittime. Il desiderio di poter "celebrare la Pasqua con gioia".

Faisalabad (AsiaNews) - Alle violenze dello scorso agosto perpetrate a Jaranwala contro 21 chiese cristiane e oltre 100 case - scatenate da un’infondata accusa di blasfemia e che hanno provocato la fuga di oltre 900 famiglie cristiane - continua a rispondere la solidarietà. Trascorsi mesi ormai dall’accaduto molte vittime vivono tutt’ora in una situazione precaria e necessitano di beni di prima necessità. Per questo il 20 marzo la diocesi di Faisalabad ha organizzato una distribuzione di razioni alimentari e articoli per la casa destinate a 150 famiglie. Aiuti fondamentali per le vittime della comunità cristiana, minoranza discriminata e perseguitata in Pakistan (Paese al 7° posto della World Watch List della ong Open Doors, lista dei Paesi con le più efferate persecuzioni contro i cristiani).

La distribuzione è stata sostenuta da Aid to Church in Need Germany e coordinata da mons. Joseph Indrias Rehmat, vescovo di Faisalabad. Il gesto è avvenuto nella residenza di quest’ultimo, che ha invitato le famiglie a ricevere alimenti per un mese e oggetti destinati all’uso domestico come brandine, refrigeratori d'acqua, lenzuola, trapunte, cuscini e ventilatori. Ma sono stati distribuiti anche soldi destinati al trasporto degli aiuti a Jaranwala. La giornata è iniziata con la preghiera, con la recita dei salmi, alla quale è seguita la lettura delle Sacre Scritture per benedire la distribuzione. L’evento è avvenuto a dieci giorni prima dalla celebrazione della Pasqua, con l’intenzione di alleviare le preoccupazioni di queste famiglie nella corrente Quaresima.

“Sono molto grata alla Chiesa cattolica per il grande sostegno che ci ha dato”, ha affermato in questa occasione Shazia Bibi, 38 anni, vittima delle violenze di Jaranwala. “La Pasqua si avvicina e questa razione di cibo e articoli per la casa ci aiuteranno a celebrare la Pasqua con gioia e allegria con i nostri figli”. Il ricordo delle case e delle chiese bruciate è ancora oggi presente, irremovibile dalle menti di chi ha assistito personalmente alle aggressioni della scorsa estate. “Siamo ancora in preda a traumi fisici e mentali, ma non dimentichiamo mai il nostro Signore e lo preghiamo sempre”, ha raccontato Shazia Bibi, che si dichiara testimone del sostegno di Dio. “Ha mandato le sue persone a sostenerci, che ci stanno aiutando prima della Pasqua e non ci lasciano vivere da soli”, ha detto.

Gli interventi a sostegno alle famiglie colpite dagli attacchi della scorsa estate sono iniziati già subito dopo l’accaduto. “Da quando è avvenuto, la diocesi di Faisalabad le ha aiutate a ricostruire le loro case e le loro chiese, a dipingere le loro case, distribuire cibo”, spiega il vescovo Indrias Rehmat. In questi giorni la premura è quella di consentire loro di vivere nella maniera più serena possibile il tempo pasquale. “Auguro a queste famiglie vittime di ricominciare a lavorare, di guadagnare per le loro famiglie e di vivere la loro vita con orgoglio e dignità”, ha aggiunto. Gli interventi di aiuto della diocesi di Faisalabad sono svolti in sinergia con la Commissione cattolica per la giustizia e la pace, e con altre organizzazione che ne condividono i valori. Un impegno che non va solo nella direzione degli aiuti materiali. “Stiamo fornendo assistenza legale alle vittime e stiamo facendo del nostro meglio per mandare dietro le sbarre i responsabili delle violenze - ha continuato mons. Rehmat -. Abbiamo anche avviato alcuni programmi per la riconciliazione tra le diverse fedi, affinché la pace e la fratellanza prevalgano nella società”.

La vicinanza alle famiglie colpite è da sempre stata garantita dalle autorità ecclesiali locali. Lo sottolinea fr. Khalid Rashid Asi, direttore diocesano della Commissione cattolica per la giustizia e la pace. “Possiamo dire con orgoglio che da quando è avvenuto l'incidente di Jaranwala non abbiamo mai lasciato la nostra gente sola. Siamo con loro, lottiamo per loro e facciamo del nostro meglio per il loro benessere”, ha affermato.

Dalla scorsa estate, però, non si sono fermate le persecuzioni ai danni dei cristiani (1,8% della popolazione) a Jaranwala e nel Paese. “Di recente, nove persone cristiane sono state fermate e schedate senza motivo. Persone musulmane hanno fatto irruzione nelle loro case e hanno molestato le loro famiglie”, ha raccontato il direttore. Intimidazioni che hanno lo scopo di farli sentire poco importanti, in quanto minoranza. La Commissione è impegnata nel chiedere giustizia, anche a seguito della richiesta della Corte Suprema di indagare in modo equo nei casi contro i cristiani. “Voglio ringraziare Aid to Church in Need Germany per la sua assistenza a questo proposito - ha aggiunto -. Grazie anche alle ambasciate che hanno visitato Jaranwala e che continuano a sostenerci, in attesa della Pasqua”.

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