Afrin, l’esercito turco piega la resistenza delle milizie curde e conquista l’area
Soldati turchi e gruppi dell’opposizione hanno assunto il controllo della città. Abbattuta la statua di una figura popolare della cultura e della tradizione curde. Ankara intende proseguire l’operazione sino a che “l’area non verrà resa sicura”. I curdi promettono resistenza e annunciano attacchi mirati “alla prima opportunità”.
Damasco (AsiaNews/Agenzie) - L’esercito turco, sostenuto da gruppi estremisti islamici dell’opposizione siriana, ha assunto il pieno controllo di Afrin, vincendo la resistenza delle milizie curde Ypg (Unità di Protezione Popolare). In queste ore soldati e miliziani percorrono le vie della città con bandiere turche e stendardi dell’opposizione anti-Assad, con tre stelle al centro invece delle due del vessillo tradizionale. Abbattuta la statua che raffigura un leader della minoranza curda.
A due mesi circa dal suo inizio, l’operazione “Ramoscello d’Ulivo” voluta dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha portato alla cacciata dei gruppi combattenti Ypg, che Ankara considera alla stregua di “terroristi”. Nel corso dell’operazione sarebbero morti oltre 280 civili, cifra smentita con forza dal governo turco.
In precedenza il leader turco Erdogan aveva annunciato “il pieno controllo del centro di Afrin” da parte di “unità dell’Esercito libero siriano (Fsa), formato da alcuni dei tanti gruppi ribelli in lotta contro Damasco. Dal centro della città sono giunte immagini e video di alcuni combattenti impegnati ad abbattere una statua del celebre fabbro Kawa, una figura popolare e leggendaria della tradizione curda.
In una nota alcune personalità legate ai movimenti combattenti curdi affermano che l’abbattimento costituisce una “palese violazione della cultura e della storia del popolo curdo” a poche ore dalla conquista di Afrin. In risposta, il portavoce militare turco Bekir Bozdag riferisce che la campagna militare è destinata a proseguire sino a che “l’area non verrà resa sicura”.
La vittoria della coalizione militare a guida turca non sembra però aver spento la resistenza curda. In un messaggio televisivo il co-presidente del consiglio esecutivo di Afrin Othman Sheikh Issa conferma che la guerra contro Ankara “è entrata in una nuova fase”. Le forze curde, prosegue, restano nella regione e “colpiranno le posizioni del nemico turco e dei suoi mercenari alla prima opportunità”. “Diventeremo - conclude - una minaccia costante per loro”.
Resta ora da capire quali saranno le prossime mosse di Erdogan e se l’offensiva s spingerà fino a Manbij (e Kobane), con il rischio di uno scontro aperto con i militari statunitensi di stanza nell’area e alleati con i curdi. Inoltre, per Ankara vi è anche il rischio che siano gli stessi residenti di Afrin - in larga maggioranza curdi - ad imbracciare le armi nel tentativo di ricacciare oltreconfine l’aggressore turco.
20/03/2018 09:02