Affonda barcone sovraccarico di Rohingya: 14 morti e oltre 40 dispersi
Le squadre di soccorso hanno tratto in salvo 70 persone. Il peschereccio su cui erano a bordo viaggiava con un’imbarcazione di cui non si hanno tracce. Le vittime scappavano dai campi sovraffollati di Cox’s Bazar. Comandante della guardia di frontiera: “I Rohingya attirati da trafficanti”. Dall'anno scorso, le autorità hanno fermato la partenza di oltre 500 profughi.
Cox’s Bazar (AsiaNews/Agenzie) – Stamane almeno 14 persone sono annegate ed oltre 40 disperse in seguito all’inabissamento di una imbarcazione che trasportava profughi Rohingya al largo delle coste meridionali del Bangladesh. Circa 130 persone erano ammassate sul peschereccio, che cercava di attraversare il Golfo del Bengala verso la Malaysia. Lo riferisce il portavoce della guardia costiera bangladeshi, Hamidul Islam. Finora, le squadre di soccorso hanno tratto in salvo 70 persone.
Nel 2017, in seguito a scontri fra esercito birmano e gruppi armati Rohingya, oltre 700mila Rohingya sono fuggiti dal Myanmar nei campi profughi del vicino Bangladesh. Molti tentano, spesso senza successo, di abbandonare le sovraffollate strutture di accoglienza nel distretto di Cox’s Bazar a bordo di imbarcazioni di fortuna. A causa della crisi umanitaria, si sono riaperte le rotte dei barconi verso Paesi del Sud-est asiatico a maggioranza islamica: Indonesia e soprattutto Malaysia, Paese che ospita una delle più grandi comunità Rohingya (circa 150mila persone).
Quella affondata stamattina era una di due imbarcazioni che stavano compiendo il pericoloso viaggio. “Abbiamo trovato una barca rovesciata – racconta il portavoce della guardia costiera –. Le persone a bordo provenivano soprattutto dai campi profughi di Cox's Bazar. Non abbiamo ancora trovato alcuna traccia della seconda barca. Continueremo la nostra operazione”. Il comandante Naim ul Haq aggiunge: “Finora abbiamo recuperato 14 corpi e 70 persone in vita”. Il militare spiega che le navi della marina e della guardia costiera stanno proseguendo le ricerche vicino all'isola di St Martin. Il comandante della guardia di frontiera Faisal Hasan Khan afferma: “[I profughi] erano stati attirati dai trafficanti”.
Dall'anno scorso, le autorità bangladeshi hanno fermato oltre 500 Rohingya prima che questi salissero su barconi. Nel 2019, la polizia ha ucciso almeno sette sospetti trafficanti in scontri armati. La tratta aumenta durante il periodo novembre-marzo, quando il mare è più sicuro per i piccoli pescherecci. Dal 2015, quando le autorità thailandesi hanno smantellato le reti regionali dei trafficanti di esseri umani, è raro che i Rohingya tentino di solcare le rotte marittime meridionali. In seguito al giro di vite di Bangkok, migliaia di Rohingya erano sbarcati in Indonesia e in Malaysia dopo essere rimasti bloccati nel Mar delle Andamane. Quell’anno, si stima che in 25mila abbiano lasciato il Bangladesh e il Myanmar su barche, cercando di raggiungere Thailandia, Malaysia e Indonesia. Centinaia sono annegati.
23/11/2018 11:48