04/11/2024, 14.09
BANGLADESH - INDIA
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Adani vuole tagliare la corrente al Bangladesh per insolvenza

La società indiana vicino al primo ministro Narendra Modi aveva già ridotto la fornitura e ora chiede il saldo di 850 milioni di dollari. Il Bangladesh si trova in difficoltà con i pagamenti esteri a causa della carenza di valuta estera, ma il governo ad interim vuole rivedere i termini dell'accordo con l'India perché applica tariffe troppo elevate.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Il gruppo Adani ha intenzione di sospendere la fornitura di energia al Bangladesh se entro il 7 novembre non verrà saldato un debito di 850 milioni di dollari. Già a settembre, in realtà, la compagnia indiana gestita dal miliardario Gautam Adani, vicino al primo ministro Narendra Modi, aveva comunicato al Bangladesh che i pagamenti in sospeso stavano diventando insostenibili e aveva dimezzato la fornitura di elettricità, passando da circa 1.400 megawatt a poco più di 700. 

La fornitura è garantita da un accordo del 2017, siglato quando al potere in Bangladesh c’era la Lega Awami. In seguito, però, i costi sono andati aumentando a causa dello scoppio della guerra in Ucraina nel 2022 (il Bangladesh importava carburante dalla Russia) e la fuga dell’ex premier Sheikh Hasina in India ha ulteriormente peggiorato la situazione, facendo emergere una serie di controversie. Le difficoltà nei pagamenti sono aumentate anche a causa di un calo delle riserve estere, per ora garantire grazie alle rimesse della diaspora.

“Lo scorso mese abbiamo saldato 96 milioni di dollari e questo mese è stata aperta una lettera di credito per altri 170 milioni di dollari”, ha commentato Muhammad Fouzul Kabir Khan, consulente per l’energia del nuovo governo tecnico del Bangladesh. Secondo fonti anonime riportate ieri dal Times of India, la lettera di credito del Bangladesh Power Development Board non è stata accettata perché non soddisfa i termini dell’accordo. “Stiamo cercando di compensare la carenza utilizzando altri impianti” ha dichiarato Rezaul Karim, presidente del Bangladesh Power Development Board, commentando la fornitura dimezzata da parte di Adani. 

L’intesa del 2017 prevede che l’impianto di Godda, nello Stato indiano del Jharkhand, fornisca la quantità minima di elettricità necessaria per soddisfare la domanda in una determinata regione. Ma sia in India che in Bangladesh i partiti all’opposizione avevano sollevato diverse domande sul coinvolgimento di Adani e sui prezzi esorbitanti.

Secondo fonti a conoscenza della questione, il governo tecnico del Bangladesh, guidato dall’economista e premio Nobel per la pace Muhammad Yunus, sta rivedendo il contratto con Adani Power, che, rispetto ad altri fornitori privati, applica tariffe superiori di quasi il 27%. Già l’anno scorso il Bangladesh Power Development Board aveva chiesto alla società indiana una revisione dell’accordo. Un funzionario aveva riferito in forma anonima all’agenzia di stampa bengalese UNB che il problema principale era legato ai prezzi elevati. 

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