09/09/2024, 11.50
HONG KONG
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Accuse di sfruttamento, Hong Kong ferma l'arrivo di operai edili dalla Cina continentale

Ad alcuni operai delle imprese di costruzioni è stato dimezzato lo stipendio da parte degli agenti che si occupano del reclutamento. Secondo il sindacato che ha seguito la questione, però, anche la flessione del mercato immbiliare ha avuto un ruolo nella sospensione del programma che nell'ultimo anno ha introdotto nella città quasi 10mila lavoratori cinesi.

Hong Kong (AsiaNews) - Le autorità di Hong Kong hanno bloccato un programma attraverso cui vengono assunti lavoratori provenienti dalla Cina continentale dopo che più di 120 migranti hanno denunciato di essere stati truffati sui salari. La decisione è stata accolta con favore dall’Hong Kong Construction Industry Employees General Union, il sindacato degli operai del settore edile, che la settimana scorsa ha tenuto una conferenza stampa per illustrare gli abusi sofferti dai lavoratori migranti. 

I rappresentanti del sindacato hanno spiegato che gli agenti cinesi che si occupano di reclutare personale per i cantieri edili hanno truffato e poi intimidito i lavoratori. “Sono arrivati ​​altri resoconti dopo la conferenza stampa”, ha raccontato all’Hong Kong Free Press il vicepresidente del sindacato, Chiu Kin-keung. “Se non si sentissero disperati, non sarebbero venuti da noi. Sono molto spaventati perché non hanno familiarità con le istituzioni e le normative di Hong Kong”, ha continuato, aggiungendo che le denunce ricevuto sono solo "la punta dell'iceberg".

I lavoratori hanno riferito, per esempio, di aver dovuto consegnare agli agenti di reclutamento le carte bancarie su cui era stato pagato lo stipendio, scoprendo in un secondo momento che era stato dimezzato. “Tre mesi dopo aver ritirato metà dello stipendio, l’agente in questione ha chiesto a tutti i lavoratori di firmare un documento che confermava che tutti gli stipendi erano stati pagati e ricevuti. Alcuni lavoratori si sono rifiutati di firmare e l'agente ha minacciato di licenziarli”, hanno raccontato i rappresentanti del sindacato durante la conferenza stampa. Altri lavoratori hanno detto di essere stati costretti a pagare costi aggiuntivi per la formazione o a lavorare giorni extra senza retribuzione. E coloro che sono stati licenziati sono stati rimandati in Cina continentale. Nessuno degli operai che hanno subito abusi e minacce era presente alla conferenza stampa per evitare ritorsioni.

Dall’anno scorso Hong Kong sta cercando di affrontare la crescente mancanza di manodopera, ampliando i settori autorizzati a reclutare personale al di fuori della città, tramite un programma chiamato Labour Importation Scheme. Dalla sua attuazione sono arrivati 9.731 lavoratori impiegati nei cantieri edili.

Ora, in risposta alle denunce (su cui le autorità stanno indagando), l’Ufficio per lo sviluppo di Hong Kong ha rifiutato tutte le 18 domande che erano state presentate per reclutare altri 1.750 lavoratori, nonostante lo stesso dipartimento avesse fissato una quota di 12mila lavoratori. 

Secondo il sindacato, però, nella sospensione del Labour Importation Scheme ha avuto un ruolo anche la flessione del mercato immobiliare: “Da quello che so, dato che i valori degli immobili stanno calando in modo piuttosto pesante, ad alcuni architetti è stato chiesto di prendere un congedo non retribuito e alcuni lavoratori sono sottoccupati”, ha detto un portavoce dell’Hong Kong Construction Industry Employees General Union. “Non direi che lo sfruttamento dei lavoratori sia stata l’unica ragione per bloccare le quote”.

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