Accordi di Abramo, alto funzionario del Bahrain in visita ufficiale a Gerusalemme
Domani in programma una trilaterale fra il premier israeliano Netanyahu, il segretario di Stato Usa Pompeo e il ministro degli Esteri di Manama Abdellatif al-Zayani. Sul tavolo i futuri rapporti bilaterali e diplomatici, oltre a intese commerciali. Previsto anche un collegamento diretto fra i due Paesi.
Manama (AsiaNews/Agenzie) - Il ministro degli Esteri del Bahrain Abdellatif al-Zayani è atteso domani a Gerusalemme, per il primo viaggio di un alto funzionario della monarchia araba in Israele dalla normalizzazione dei rapporti nel contesto degli “Accordi di Abramo”. All’incontro saranno presenti il Primo Ministro e padrone di casa Benjamin Netanyahu, il segretario di Stato americano Mike Pompeo e il rappresentante di Manama, assieme al collega dell’Industria, commercio e turismo Zayed Bin Rashid Al Zayani.
Nel contesto dell’incontro verranno approfonditi i futuri rapporti bilaterali e diplomatici, oltre a intese commerciali a vantaggio di entrambi i Paesi.
Funzionari israeliani citati dall’agenzia Walla affermano che si sta lavorando nel settore del trasporto aereo, con l’obiettivo di garantire un collegamento diretto fra Tel Aviv e Manama. La firma dovrebbe arrivare proprio domani, in concomitanza con la visita. Al centro della discussione vi è anche l’apertura delle rispettive rappresentanze diplomatiche e lo scambio di ambasciatori.
Il mese scorso Israele e Bahrain hanno sottoscritto un comunicato congiunto, nel contesto dei controversi “Accordi di Abramo”, che coinvolgono anche gli Emirati Arabi Uniti (Eau) e il Sudan. La firma è avvenuta durante la visita di una delegazione israeliana e statunitense a Manama, con l’obiettivo di promuovere la cooperazione di un’alleanza voluta con forza da Washington in chiave anti-Teheran. A dispetto delle dichiarazioni dei leader, in Bahrain (monarchia sunnita in un contesto a maggioranza sciita) la firma è stata osteggiata dall’opposizione interna e da gruppi attivisti in patria e all’estero.
“Lo stabilimento della pace e la normalizzazione con il Bahrain, gli Emirati Arabi Uniti e il Sudan - ha sottolineato il premier Netanyahu - rappresentano un grande traguardo per lo Stato di Israele. Per il capo del governo questi accordi sono “il risultato di un lungo sforzo messo in campo in questi anni” per espandere il cerchio della pace, uno sforzo per portare la vera pace, uno sforzo per portare la pace per la pace”.
In queste settimane il presidente Usa uscente Donald Trump e la sua amministrazione hanno esercitato una intensa opera diplomatica verso l’Arabia Saudita, per spingerla a firmare anch’essa la normalizzazione con Israele. Riyadh, tuttavia, ha confermato la posizione mantenuta in questi anni dalle principali nazioni del mondo e del Golfo arabo, secondo cui l’instaurazione di rapporti ufficiali è subordinata alla firma di pace con i palestinesi e la nascita di uno Stato autonomo. Dalla monarchia wahhabita - una sorta di fratello maggiore per il Bahrain - sono però giunti segnali di apertura verso Israele, come la concessione dello spazio aereo per i voli commerciali.
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