Abkhazia, Ossezia: separatisti filo-Mosca più ‘concilianti’ verso Tbilisi
Notano una situazione più tranquilla al confine. In Georgia è caos politico per approvazione di una discussa legge sugli “agenti stranieri”. Non ci sono illusioni su prospettive di riconciliazione e riconoscimento delle separazioni. Impegnati in Ucraina, i russi vogliono mantenere calmo il fronte caucasico.
Mosca (AsiaNews) – Negli ultimi giorni i rappresentanti delle regioni separatiste georgiane dell’Abkhazia e dell’Ossezia del sud, sotto protezione della Russia, hanno espresso inediti apprezzamenti per le scelte politiche di Tbilisi. I commenti positivi sono arrivati in coincidenza con la proposta in Georgia della tanto discussa legge sugli “agenti stranieri”, che sta provocando grandi proteste di piazza. I separatisti ritengono che in questa fase stanno migliorando anche i rapporti con i vicini.
Il capo della delegazione ossetina per il controllo delle frontiere, Egor Kočilev, è intervenuto dalla sede di Ergneti, il villaggio dove si tengono gli incontri con russi e georgiani per la prevenzione di incidenti di confine (il cosiddetto formato Mpri), affermando che “nell’ultimo mese e mezzo la situazione è stata la più tranquilla da moltissimo tempo”. A sua volta il presidente dell’Abkhazia, Aslan Bžanja, ha detto in una conferenza stampa a Sukhumi che “l’attuale dirigenza della Georgia sta dimostrando di essere in grado di tenere sotto controllo la situazione”.
Le dichiarazioni di sostegno al “corso filorusso” della politica di Tbilisi non fanno che aumentare le tensioni in Georgia, facendo trasparire l’eco della propaganda del Cremlino. Kočilev ha sottolineato che “dal 17 gennaio non si è verificato alcun incidente, non abbiamo dovuto fermare nessuno per infrazioni o violazioni da parte georgiana, come era sempre stato all’ordine del giorno in tutti questi anni. Abbiamo soltanto notato alcuni droni che passavano da una parte all’altra, ma anche i poliziotti e i soldati georgiani si sono comportati bene”.
Finora i separatisti avevano sempre tenuto toni polemici nei confronti dei georgiani, ma il politologo ossetino Vjačeslav Gobozov cerca di smentire la natura propagandistica della svolta: “Sono le solite teorie cospirative, anche se certamente a Tsinkhval e Sukhumi apprezzano le ultime scelte di un governo che non è ritenuto il migliore possibile, ma perlomeno riesce a contenere un’opposizione insopportabile”. Non ci sono illusioni su prospettive di riconciliazione e riconoscimento delle separazioni, ma “se non altro l’attuale dirigenza di Tbilisi non parla di soluzione militare dei problemi”.
Non sarebbe quindi una tendenza alla pacificazione a ispirare il governo del Sogno Georgiano, ma “una valutazione più consapevole di quanto la Russia influisce sulla politica regionale”, dichiara Gobozov. Secondo l’accademico, non è il Cremlino a “dare ordini” alle due autoproclamate repubbliche, dove ci si divide sul mantenimento dell’autonomia o l’annessione alla Federazione russa. il politologo ritiene che le dichiarazioni di Kočilev abbiano piuttosto la finalità di valorizzare gli accordi sul formato Mpri, cercando di coinvolgere le istituzioni internazionali come Osce, Onu e Ue per ottenere delle conferme che rendano veramente stabile la situazione dei confini con la ex madre patria, ravvivando le trattative tra le parti.
L’analista dell’International Crisis Group Olesja Vartanyan conferma nella sostanza la versione di Gobozov, per cui le dichiarazioni distensive di Tsinkhvali e Sukhumi sono dirette alle prossime riunioni di Ginevra per discutere delle frontiere con la Georgia. Di recente è stato proposto di spostare i prossimi incontri a Mosca, e questo potrebbe spingere la Georgia a pendere di più verso il sostegno occidentale, sullo sfondo della guerra con l’Ucraina, e i separatisti vogliono dimostrare a Tbilisi di non voler acuire le tensioni.
Vartanyan constata che “in generale la situazione delle zone di confine è diventata sempre più stabile, dopo l’inizio del conflitto in Ucraina, come osservano non solo i mediatori internazionali, ma anche i rappresentanti delle parti interessate, e anche gli arresti e i controlli si sono risolti senza troppi problemi”. Evidentemente la Russia ha tutto l’interesse a non doversi preoccupare anche dei problemi nel Caucaso, mentre è impegnata nell’invasione dell’Ucraina, e anche in Georgia si vuole evitare di finire nel vortice della guerra.
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