A giudizio il capo dei Fratelli musulmani e altri 680 islamisti
Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) - Processo oggi in Egitto per 680 sostenitori del deposto presidente Morsi, tra loro il leader dei Fratelli musulmani Mohammed Badie (nella foto). Il giudizio si svolge davanti allo stesso tribunale di Minya - a sud del Cairo - che ieri ha condannato a morte 528 sostenitori di Morsi, ritenuti responsabili dell'uccisione di due poliziotti e di violenze contro persone e beni, nel corso delle proteste dello scorso agosto.
Badie e gli altri imputati sono accusati di incitamento alla violenza e omicidio per la morte di otto manifestanti anti-Fratellanza, negli scontri avvenuti davanti alla sede del movimento, al Cairo, l'anno scorso.
La sentenza di ieri, contro la quale sarà sicuramente interposto appello, ha suscitato non solo le proteste dei Fratelli musulmani, ma anche la preoccupazione di Stati Uniti ed Europa, oltre che di movimenti per la tutela dei diritti umani.
Marie Harf, vice portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, ha rilevato che un processo contro 529 imputati non può concludersi in due giorni, come accaduto, parlando di "sfida alla logica", e ha aggiunto che Washington è "profondamente preoccupata" e "scioccata". E Catherine Ashton, responsabile della politica estera dell'Unione europea, oltre a sostenere che "la pena capitale non può mai essere giustificata" ha chiesto il rispetto del "diritto degli imputati a un processo equo e nei tempi opportuni".
Esperti di diritto ritengono che comunque e con ogni probabilità i processi verranno annullati per evidente violazione dei diritti degli imputati e che comunque la pena di morte verrebbe commutata in carcere.