A Teheran una delegazione talebana per risolvere le tensioni alla frontiera
Il principale valico che collega Iran e Afghanistan è rimasto chiuso per un giorno. Dopo i recenti attentati contro gli sciiti la Repubblica islamica vuole proporsi come leader nella lotta contro il terrorismo dello Stato islamico. Sforzi diplomatici anche per risolvere la situazione dei profughi afghani.
Kabul (AsiaNews/Agenzie) - Una delegazione di talebani si recherà a Teheran per discutere delle recenti tensioni sorte al confine tra Iran e Afghanistan e della situazione dei rifugiati afghani. L’annuncio arriva dopo la diffusione di una serie di video non verificati che mostrano maltrattamenti nei confronti dei profughi afghani da parte della polizia iraniana. L’11 aprile alcuni manifestanti avevano attaccato il consolato iraniano a Herat, mentre a Kabul, fuori dall’ambasciata, un gruppo di persone aveva intonato slogan contro Teheran in segno di protesta.
Le tensioni sono poi continuate lungo la frontiera tra i due Paesi: nei giorni scorsi il valico tra Islam Qala e Dogarun, principale punto di passaggio tra le due nazioni, è rimasto chiusto per un giorno. Secondo le fonti ufficiali, il 23 aprile i funzionari talebani di Herat che stavano lastricando una strada, si sono scontrati con le guardie di frontiera iraniane, che hanno ostruito il passaggio. I talebani hanno poi sequestrato un veicolo militare iraniano che secondo quando da loro riferito avrebbe sconfinato in Afghanistan. Temendo un’escalation, le forze al confine di entrambi i Paesi sono state messe in allerta, ma il giorno successivo la situazione è tornata alla normalità.
“Non siamo indifferenti riguardo i nostri confini. Le tensioni di sabato sono state innescate da un malinteso”, ha dichiarato il portavoce del ministero della Difesa talebano Enayatullah Khawarazmi. È la seconda volta che si registrano schermaglie tra i due Paesi dopo la presa di potere dei talebani ad agosto dell’anno scorso.
Il governo iraniano ha inoltre espresso profonda preoccupazione per la situazione della sicurezza in Afghanistan dopo gli attentati contro la moschea sciita di Mazar-i-Sharif e la scuola hazara di Kabul, rivendicati dal ramo locale dello Stato islamico, l’Is-K.
Ieri il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Saeed Khatibzadeh, ha affermato che i talebani non sono in grado di proteggere i cittadini afghani, gli sciiti in particolare, per cui Teheran si è proposta come leader della lotta contro i gruppi terroristici e l’Is-K. Il presidente iraniano Ebrahim Raisi “ha affermato che la Repubblica islamica dell'Iran è pronta a cooperare e ad utilizzare tutti i suoi mezzi per contrastare la minaccia del terrorismo apostata e prevenire il ripetersi di queste tragedie”, si legge sul sito ufficiale del governo iraniano.
L’ambasciata iraniana a Kabul ha poi fatto sapere che dopo il Ramadan continueranno gli sforzi diplomatici per tessere una relazione amichevole tra i due Paesi. Nonostante Teheran non abbia ancora riconosciuto ufficialmente il governo talebano, ha accettato presso la propria ambasciata la nomina di tre nuovi funzionari talebani.
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