A Pechino rallenta la crescita industriale, accelera l’inflazione
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La crescita industriale cinese rallenta, a febbraio al minimo da 7 mesi, secondo i primi dati. Ma prosegue la corsa dell’inflazione. Secondo esperti, la politica monetaria adottata per drenare liquidità mostra forti limiti. Nuovo record per lo yuan sul dollaro.
A febbraio, secondo dati ufficiosi (quelli ufficiali sono attesi tra due settimane), i nuovi ordini di prodotti sono cresciuti meno che nei mesi precedenti, mentre le commesse dall’estero sono diminuite, mostrando che aumenta invece il consumo interno. Il rallentamento è in parte dovuto al Nuovo anno lunare caduto a febbraio. Ma non rallenta l’inflazione, dopo il +4,9% di gennaio, che tutti prevedono che per il 2011 sarà tra il 5 e il 6%, con i maggiori aumenti nel primo semestre.
Per contenere l’inflazione, Pechino sta lasciando apprezzare lo yuan, oggi al massimo storico per il 3° giorno consecutivo. Si tratta peraltro di lievi aumenti, oggi lo yuan è stato scambiato a 6,5658 con il dollaro, rispetto al 6,5731 di venerdì 18 febbraio. Dal giugno 2010 lo yuan ha guadagnato il 3,97% sulla valuta Usa e dal luglio 2005 circa il 26%. Ma esperti concordano che la moneta cinese rimane comunque sottovalutata e l’apprezzamento dovrebbe essere assai maggiore, anche intorno al 30% secondo fonti Usa.
Il 18 febbraio la centrale Banca di Cina ha anche aumentato le riserve monetarie obbligatorie per le banche, sempre al fine di drenare liquidità dal mercato e contenere gli aumenti dei prezzi. Nell’ultimo anno le riserve obbligatorie sono state alzate più volte, per un importo pari al 19,5% per i maggiori istituti, e al 17,5% per quelli di dimensioni medie e piccole.
Questa politica monetaria è molto criticata dagli esperti, che ritengono abbia effetti limitati sull’aumento dei prezzi, se si considera che solo a gennaio ci sono stati nuovi prestiti per oltre 1.000 miliardi di yuan, superiori ai 974 miliardi del gennaio 2010.
Lu Ting, analista della Bank of America-Merryll Linch, osserva che, inoltre, questo rischia di restringere la necessaria flessibilità di manovra della Banca Centrale, che se alza troppo le riserve obbligatorie bancarie non potrà in futuro diminuirle, qualora occorresse maggiore liquidità monetaria, senza causare gravi contraccolpi.
Intanto tutti prevedono ulteriori aumenti del costo del denaro e delle riserve bancarie obbligatorie, entro giugno.
22/07/2011