A Parigi il Sinodo dei maroniti in Francia e in Europa
Parigi (AsiaNews) - Sono almeno 85mila in Francia, e circa 130mila sparsi fra le altre nazioni d'Europa. Ed è proprio rivolgendosi a loro che domani a Parigi prenderà il via il sinodo diocesano maronita, il primo del genere al di fuori del Libano. Sarà presieduto da mons. Maroun-Nasser Gemayel (nella foto), diventato vescovo della nuova diocesi maronita di Francia [Eparchia di Nostra Signora del Libano di Parigi dei Maroniti, ndr], e visitatore apostolico per i maroniti in Europa dal 30 settembre 2012. Il sinodo riunirà i rappresentati delle 32 parrocchie e comunità maronite di 15 nazioni europee, assieme ad alcuni vescovi della diaspora libanese. Le sessioni di lavoro si terranno nella parrocchia di Notre-Dame des Champs, in boulevard Montparnasse (Parigi).
Nel corso di una conferenza stampa tenuta nel Dipartimento Franco-Libanese, in rue d'Ulm, "simbolo della presenza culturale e religiosa dei Maroniti in Francia, così come del legame storico tra i Maroniti e la Francia", il nuovo vescovo ha illustrato il senso di questa occasione di riflessione interna alla Chiesa.
"Perché convocare un sinodo diocesano?" si è chiesto mons. Gemayel, il quale ha aggiunto: "Quali sono gli impegni che ci dobbiamo prendere e quali sono gli indirizzi da dare? Noi forniremo risposte progressive, durante i tre giorni della prima sessione prevista fra il 12 e il 14 dicembre 2013; e poi continueremo senza sosta, fino all'atto finale con la chiusura del sinodo, nel dicembre del 2014". Al contempo il vescovo maronita di Francia ha sottolineato che questo tempo di riflessione si dipanerà nel corso di un anno, e che la sessione in questione non è che l'atto iniziale di un lungo cammino.
Nello spirito di mons. Gemayel, l'obiettivo finale del sinodo è invitare i fedeli della Chiesa maronita, che vivono in Francia e in Europa, a riscoprire la loro identità ecclesiale orientale, che rischia di sgretolarsi a contatto con la Chiesa latina, e a convincersi che essa possa essere vissuta sotto ogni cielo. E ancora, a riscoprire il senso della loro missione, che è la stessa per tutte le Chiese: annunciare Gesù Cristo.
Ma per poter fare tutto ciò è necessario uscire dal letargo in cui è piombata, organizzarsi, dar vita a parrocchie, tenersi in contatto. "Non c'è tempo da perdere" ha insistito il neo-vescovo "per noi maroniti di Francia e d'Europa [...] è tempo di ritrovare le fondamenta del rinnovamento della nostra appartenenza ecclesiale, la coscienza della nostra vita nella Chiesa e il suo sviluppo, di creare nuove parrocchie e missioni maronite, e di federarle fra loro [...]. Ecco il primo messaggio di questo sinodo diocesano".
Essere maroniti in Europa
"L'altro messaggio lanciato da questo sinodo" ha proseguito mons. Gemayel "consisterà nell'affrontare una domanda fondamentale, che ci riguarda: cosa vuol dire oggi essere maronita in Francia e in Europa? Come adeguare e vivere il nostro "essere maronita" in un contesto diverso da quello Mediorientale? Siamo forse condannati a vivere per sempre all'estero? Quale statuto concedere ai maroniti nati da matrimoni misti, e la cui discendenza rappresenta oggi la terza, la quarta, o la quinta generazione? E come conciliare la libertà di scelta, peraltro legittima, che può portare a sposarsi con persone di altre nazionalità? Al centro di questo cantiere sinodale, noi siamo dunque chiamati a una presa di coscienza che non sarà per nulla facile da operare".
Il nuovo vescovo maronita di Francia ha tentato una bozza di risposta alle domande, affermando che "sono le sue radici, che permettono al Cedro [il Libano è soprannominato il Paese dei cedri, ndr] di crescere e di preservare il suo aspetto fiero, tanto in Francia, quanto in Europa o in Libano [...] Non credo che un maronita si debba definire per la terra di appartenenza, quanto piuttosto è la fede che professa a definirlo: una fede che non è delimitata da un territorio, ma è una fede transnazionale e che va oltre il Medio oriente!".
La "missione" dei Maroniti
Infine, mons. Gemayel ha fissato un terzo obiettivo per il sinodo diocesano: risvegliare nei Maroniti d'Europa il senso della loro missione. "Questa missione - ha sottolineato il prelato - è semplice e dura al tempo stesso. Semplice, perché mirata alla conservazione e al rafforzamento della fede fra i Maroniti in Francia e in Europa", ma al contempo difficile perché essa non si trova da nessuna parte, se non in Chiesa.
"Se non formiamo una Chiesa, non resteremo che una comunità confessionale in preda a tutti i conflitti" ha insistito il vescovo. "Perché il senso di arroccamento in una comunità è fondamentalmente un sentimento di risposta istintiva e indice di paura. Esso è agli antipodi rispetto allo spirito che anima la nostra Chiesa e ci riunisce in sinodo. Prendiamo quindi coscienza che siamo una porzione del popolo di Dio e non una comunità antropologica contrapposta alle altre nel continente europeo, o americano, o africano...".
Per mons. Gemayel si prospetta un compito difficile: evangelizzare i maroniti in un'Europa scristianizzata e indifferente a Dio, e depoliticizzare i maroniti provenienti da un Paese in guerra, o almeno agire in modo che sia la loro identità spirituale a determinare il loro rapporto gli uni verso gli altri, e non le loro scelte, appartenenze o affinità politiche, in particolar modo libanesi.
Il paradosso culturale è al contempo evidente: fattore di mobilità nel loro Paese, i maroniti sono invitati a diventare modello di radicamento (nella fede), nella loro nazione d'adozione.
Il sinodo si aprirà domani con una messa solenne, nella cappella della Medaglia Miracolosa. Un'analoga funzione è prevista anche il 13 dicembre, nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi. Fra le personalità di primo piano presenti all'incontro vi sono il Nunzio apostolico in Francia mons. Marwan Tabet e il nuovo vescovo maronita del Canada, che parlerà della giovane esperienza canadese. I comitati formati durante la prima sessione di lavori, si troveranno altre due volte ancora: nel maggio 2014 e nel dicembre dello stesso anno. I documenti finali verranno diffusi nel 2015.