A Gerusalemme spunta un muro a dividere ebrei e palestinesi. Ancora morti in Israele
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità israeliane hanno avviato la costruzione di un muro divisorio fra due quartieri di Gerusalemme est. I lavori sono iniziati ieri: su decisione del governo, la polizia ha installato sei blocchi di cemento dell’altezza di almeno cinque metri ciascuno, con la scritta “Blocco poliziesco temporaneo”. Per la prima volta dal 1967 la città santa di cristiani, ebrei e musulmani è solcata da una linea divisoria e non si escludono altre barriere, anche se il ministero israeliano degli Esteri si affretta a precisare che “non ha valore politico” e serve a garantire maggiore “sicurezza”. Secondo i media locali si tratta di poche decine di metri e verrà rimosso nel momento in cui finiranno le violenze.
A poco più di due settimane dall’inizio della nuova intifada “dei coltelli”, che ha già causato oltre 40 vittime fra i palestinesi e sette fra gli israeliani, le autorità di Israele hanno eretto una barriera a Gerusalemme est, per dividere il quartiere ebraico da quello arabo. Si tratta di un vero e proprio muro di cemento, in tutto simile a quello eretto in Cisgiordania; esso intende fermare i lanci di sassi e Molotov dal quartiere palestinese di Jabal Mukaber verso il vicino quartiere ebraico di Armon HaNatziv.
Nel frattempo resta alta la tensione in Israele, dove continuano attacchi di “lupi solitari” e risposte a colpi di arma da fuoco della polizia. L’ultimo episodio è avvenuto ieri alla stazione centrale dei bus di Beersheva, nel sud del Paese, e ha causato tre vittime. Oltre all’attentatore, un arabo israeliano, sono morti anche un soldato israeliano di 19 anni e un cittadino immigrato eritreo di 29 anni, Haftom Zarhum. Almeno cinque i poliziotti feriti, assieme ad altri cinque civili.
In un primo momento la polizia ha creduto che il richiedente asilo fosse un complice dell’attentatore, mentre le indagini hanno confermato l’innocenza del giovane, colpito per errore dopo essersi messo a correre quando ha udito i primi spari. Haftom Zarhum è stato colpito dalla polizia e assalito da una folla che ha cercato di linciarlo. Egli è morto in ospedale, dopo alcune ore di agonia. “I terroristi - aveva riferito in un primo momento la portavoce della polizia Luba Samri - sono arrivati al recinto della stazione centrale e hanno cominciato a sparare e ad accoltellare la gente. Si tratta di terroristi palestinesi”. In realtà vi era un solo attentatore, il 21enne arabo israeliano Muhanad Al-Aqabi, originario di Hura, a riprova del fatto che questa nuova intifada nasce all’interno della stessa Israele, non in Cisgiordania o nei Territori occupati.
A Tel Aviv, infine, l’amministrazione locale ha vietato l’accesso alle scuole durante le ore di lezione agli addetti alle pulizie e ai responsabili della manutenzione, per scongiurare il timore di attentati. E a Nablus la polizia palestinese ha salvato dal linciaggio un gruppo di giovani appartenenti a una scuola ebraica ortodossa che, senza scorta né autorizzazioni, aveva raggiunto la “Tomba di Giuseppe” oggetto nei giorni scorsi di un attacco.
I palestinesi accusano Israele di voler modificare lo “Status quo”, dando il via libera all’accesso e alla preghiera alla Spianata delle moschee anche per gli ebrei. Respingendo con forza le insinuazioni, il premier Benjamin Netanyahu ha però escluso l’ipoteso di una “presenza internazionale” sul luogo santo come richiesto dalla Francia durante una riunione del Consiglio di sicurezza Onu. In queste ore il governo ha convocato l’ambasciatore francese in Israele per “chiarimenti” sulla proposta di Parigi che, secondo fonti locali, ha fatto “infuriare” il Primo Ministro israeliano.