A Cebu il Congresso eucaristico internazionale che guarderà alla evangelizzazione dell’Asia
Città del Vaticano (AsiaNews) – Avrà una forte caratterizzazione missionaria il 51mo Congresso eucaristico internazionale che si terrà a Cebu (Filippine) dal 24 al 31 gennaio 2016, sul tema: “Cristo in voi, speranza della gloria”. Esso “potrebbe divenire lo specchio della Chiesa asiatica, nel senso che si potrà vedere come la Chiesa cattolica porta avanti il compito della evangelizzazione”, ha sostenuto mons. Jose S. Palma, arcivescovo di Cebu, nel corso della presentazione dell’evento, oggi in Vaticano.
“In anni recenti – ha detto ancora - l’Asia è il continente divenuto uno dei principali motori della crescita mondiale dal punto di vista economico e sociale. Dal punto di vista religioso, tuttavia, è ancora un continente che deve essere evangelizzato; è ancora un continente nel quale la Chiesa cattolica è una piccola minoranza, malgrado sia il continente nel quale Gesù è nato, vissuto, morto e risorto”. Eppure, nonostante secoli di impegno per l’evangelizzazione, ha sottolineato da parte sua mons. Piero Marini, presidente del Comitato per i congressi eucaristici internazionali, a parte l’eccezione filippina, “il cristianesimo è oggi, in Asia, un piccolo resto anche se composto da minoranze vive e generose. Se si consultano i dati più recenti dell’Annuario statistico vaticano, si scopre che i cattolici asiatici sono 134 milioni, cioè il 3% degli abitanti del loro continente, ma l’11 % dei cattolici del mondo. Gli ultimi viaggi di Papa Francesco hanno raggiunto quei Paesi che hanno un numero di cattolici superiore alla media asiatica, ma il cattolicesimo sta crescendo anche altrove, soprattutto in Cina, India e Vietnam, Paese questo in cui la crescita è esponenziale, perché dai 1,9 milioni di cattolici del 1975 si è giunti ai 6,8 milioni di oggi”.
“L’appuntamento nelle Filippine – ha detto ancora mons. Marini - è particolarmente rilevante almeno sotto tre profili”. Oltre all’aspetto storico-missionario, egli ha indicato il profilo geografico e quello propriamente legato alla recente evangelizzazione dell’Asia.
Il profilo geografico dipende dalla scelta della città chiamata ad ospitare il Congresso. Cebu “è in qualche modo nel cuore dell’Asia orientale, a poco più di due ore di aereo da Hong Kong, Taiwan, Vietnam, e relativamente vicina alla Corea del Sud, al Giappone, all’India e all’Australia. Lì potranno confluire soprattutto quei cristiani che, a causa delle distanze e dei costi, sono spesso stati esclusi dai grandi eventi internazionali”.
Per quanto riguarda il profilo “propriamente legato alla moderna evangelizzazione dell’Asia”, al di là dei numeri relativamente piccoli, la Chiesa in Asia incarna la sfida di vivere e immaginare il cristianesimo in forme storiche diverse da quelle alle quali siamo abituati in Occidente. L’Asia, infatti, non ha mai vissuto le dinamiche – anche politiche – ereditate dell’impero di Costantino o di Carlo Magno. In Asia nessun Paese ha mai vissuto se stesso come una societas cristiana. Il contesto sociale in cui la Chiesa d’Asia è inserita, è fatto di periferie e di frontiere, di forti tensioni e conflitti di ordine religioso, politico e sociale. Negli ultimi 40 anni il continente ha cercato di forgiare la propria identità pagando spesso il prezzo di uno spirito nazionalistico agitato da sentimenti anti-occidentali. La globalizzazione ha condotto ad un rapido processo di modernizzazione e di cambiamenti ed è accompagnata da fenomeni di secolarizzazione mentre situazioni di emergenza sono continuamente create dai giganteschi agglomerati urbani pesantemente sfregiati da criminalità, sfruttamento dei più deboli, contrapposizioni. Inoltre, la diversità delle numerose culture ed identità nazionali del continente originate da una molteplicità di grandi tradizioni religiose sono, oggi più che ieri, all’origine di tensioni e conflitti cinicamente strumentalizzati”.
“Ma l’ostacolo più serio alla missione viene ancora oggi dal fatto che la Chiesa cattolica, per la sua dipendenza da regole, finanziamenti e autorità occidentali, continua a essere considerata associata all’Occidente, e questo pone difficoltà alla maggior parte degli asiatici. La Chiesa è spesso sentita come un corpo estraneo alla struttura religioso-culturale del Continente. Le Filippine rappresentano l’unica vera eccezione in questo panorama. Nell’arcipelago che si estende nel Pacifico, la religione cristiana portata dagli spagnoli si è innestata sulle culture e religioni tradizionali, offrendo un esempio di inculturazione che non trova uguali in tutta l'Asia. Su questo sfondo si comprende come su una popolazione di oltre 100 milioni, i cattolici superino la percentuale dell’80% e il numero annuale dei battezzati sia maggiore di quello di Italia, Francia, Spagna e Polonia messi insieme”.
Il testo-base del Congresso, poi, ha come trama proprio “il programma di dialogo con le culture, con le tradizioni religiose e con le moltitudini di poveri”. “In esso si esplicita che l’Eucaristia è fonte e culmine della missione della Chiesa e si individua il valore aggiunto offerto dalla celebrazione eucaristica per una missione che si impegna a far lievitare quegli enzimi di dialogo, di riconciliazione, di pace e di futuro di cui l’Asia è assetata”.
“Il Congresso di Cebu verso il quale siamo in cammino – ha detto infine padre Vittore Boccardi, S.S.S., del Comitato per i congressi eucaristici internazionali - ci invita a considerare l’Eucaristia come fonte e culmine della missione della Chiesa. La sottolineatura del rapporto Eucaristia/Missione/Nuova evangelizzazione ha trovato ampia illustrazione nella XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi del 2012 e nella Esortazione apostolica che ne ha raccolto il messaggio, la Evangelii Gaudium di Papa Francesco. L’urgenza missionaria del tempo presente vi è declinata ricorrendo alle espressioni ormai ben note di «Chiesa in uscita» e di «periferie» (Cfr. Evangelii Gaudium , 20-24)”.
01/02/2016 12:19