03/10/2008, 00.00
PAKISTAN
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“La guerra quotidiana al terrorismo è la guerra del popolo pakistano”

di Qaiser Felix
Un deputato cristiano, leader delle minoranze pakistane, racconta ad AsiaNews il clima di terrore che attanaglia il Paese. E spiega perché la guerra al terrorismo è ormai una lotta per liberare lo stesso Pakistan dall’estremismo e renderlo sicuro.

Islamabad (AsiaNews) – Rimane alta la tensione a Islamabad e nelle altre grandi città pakistane, dopo l’attentato suicida all’hotel Marriot del 20 settembre che ha causato 53 morti e 266 feriti. Le rigide misure di sicurezza non fanno desistere i terroristi. Gran Bretagna e Stati Uniti hanno chiesto ai loro funzionari di evacuare le famiglie, a conferma che ritengono difficile prevenire attentati. Il deputato Shahbaz Bhatti, cristiano e membro della Camera bassa, spiega ad AsiaNews che la paura è grande in quanto, se il principale bersaglio dei terroristi è la comunità internazionale, il 99% delle vittime sono pakistane.

Ieri a Wali Bagh in Charsadda (provincia Nort-West Frontier) le forze di sicurezza hanno impedito un attentato esplosivo contro Asfandyar Wali Khan, capo provinciale del Partito nazionale Awami, presso la hujra (sala per ospiti) del partito. Ci sono stati 5 morti, tra cui due poliziotti e l’attentatore, e almeno 12 feriti.

Rehman Malik, ministro degli Interni, ha ribadito che la guerra contro il terrore e l’estremismo continuerà fino alla completa sconfitta dei militanti. “Non ci sono altre possibilità”, ha ripetuto poco dopo su una tv locale. “La guerra continuerà fino a che il Pakistan sarà libero dal terrorismo”.

Anche Bhatti, presidente dell’Alleanza di tutte le minoranze pakistane, condanna con forza l’attentato e ogni estremismo, in particolare quello dei talebani che seguono la filosofia di al Qaeda e vogliono propagare un’idea di islam che ha generato panico in Pakistan e nell’intero mondo. “Dietro tutti questi attacchi brutali – spiega ad AsiaNews – c’è un’unica forza. La guerra contro i militanti è importante, ma di più lo è individuare i loro strateghi e finanziatori”. “E’ preoccupante che gli estremisti riescano ad attrarre tanti giovani, pronti persino a uccidere se stessi e altri”. “Molti dicono che la guerra al terrore è una guerra degli Stati Uniti e che il governo pakistano sta uccidendo il proprio popolo. Ma ormai questa guerra è proprio per il Pakistan. Per la nostra gente innocente, uccisa nei frequenti attentati. Per questo la guerra al terrore è diventata una nostra guerra. Ognuno deve capirlo e collaborare con il governo, per la nostra stessa sicurezza, contro l’estremismo”. “In questo è fondamentale il ruolo dei media, che non debbono glorificare gli estremisti e i loro atti di terrore e giustificarli. Non ci possono essere giustificazioni per l’assassinio di innocenti”.

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