11/01/2008, 00.00
NEPAL
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É morto Edmund Hillary, eroe dell’Everest e amico dei nepalesi

Il protagonista dell’avventura più grande del XX secolo era una personalità modesta, umile e generosa. La sua associazione ha aiutato per quasi 60 anni a costruire scuole, ospedali, strade in Nepal.

Auckland (AsiaNews/Agenzie) – È stato il primo uomo al mondo a scalare gli 8.850 metri dell’Everest; è morto stamane nell’ospedale di Aukland all’età di 88 anni. L’eroe neozelandese, guardato da tutti come l’uomo che ha vissuto la più grande avventura del XX secolo, sarà ricordato anche per il suo impegno a favore della popolazione del Nepal. L’associazione da lui fondata, l’Himalayan Trust, ha aiutato in questi anni a costruire ospedali, dispensari, scuole, ponti e piste di atterraggio in Nepal. Per questo suo generoso lavoro, nel 2003 Sir Edmund è stato insignito della cittadinanza onoraria in Nepal.

Nato ad Auckland il 19 luglio 1919, dopo essersi esercitato sulle montagne del suo Paese, egli ha tentato nel ’53 la scalata all’Everest con un gruppo guidato dall’inglese John Hunt. Prima di loro altri 7 gruppi avevano fallito. Durante l’ascesa, tutti i partecipanti sono rimasti bloccati per mancanza di ossigeno, stanchezza, cattivo tempo. Solo sir Edmund e lo sherpa Tenzing Norgay sono riusciti a giungere sulla vetta, conquistata il 29 maggio 1953.

Fino alla morte di Tenzing, nel’86, Hillary , un tipo brusco e modesto, non aveva mai ammesso di essere stato il primo a salire sulla vetta, affermando sempre che la scalata era stata fatta dalla coppia.

In un suo libro, scritto nel ’99, egli racconta gli ultimi passi della conquista: “A un certo punto arrivo su un’area pianeggiante, esposta alla neve, null’altro che spazio in ogni direzione…. Tenzing veloce mi raggiunge e insieme guardiamo meravigliati. Con immensa soddisfazione ci accorgiamo che abbiamo raggiunto il tetto del mondo”.

Sir Edward – che per la sua avventura divenne cavaliere ricevendo dalla regina Elisabetta II l’Ordine della Giarrettiera – non ha mai dimenticato il Nepal. Grazie all’associazione da lui fondata nel ’62, ha potuto aiutare e finanziare progetti educativi, sanitari, ecologici per circa 250 mila dollari all’anno. Bhoomi Lama, del Nepal Mountaneering Association, il gruppo che raccoglie gli Sherpa, lo ricorda così: “È stato un eroe e un leader per tutti noi. Ha fatto così tanto per la gente della regione dell’Everest e rimarrà sempre presente nei nostri cuori”.

Sir Edmund ha anche partecipato a delle spedizioni nell’Antartico. Per comprendere la sua personalità, vale la pena ricordare la sua polemica nel 2006 alla notizia che uno scalatore dell’Everest, David Sharp era stato abbandonato a morire sulla montagna, mentre i suoi compagni continuavano la spedizione. “La vita umana – è il suo commento – è molto più importante  che giungere su una vetta”.

Il governo della Nuova Zelanda sta preparando per lui i funerali di stato. In Nepal gli Sherpa gli vogliono dedicare un museo e una statua.

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