È cristiano il sospetto kamikaze dell’attentato all’aeroporto di Zamboanga
Zamboanga (AsiaNews) – E’ un cristiano il sospettato kamikaze che ieri si è fatto esplodere nell’aeroporto di Zamboanga (Mindanao), provocando la morte di un passante e 24 feriti. Ma fonti di AsiaNews sottolineano che il primo attentatore suicida delle Filippine potrebbe essere in realtà una vittima. Polizia ed esercito oggi hanno rivelato che l’attentatore avrebbe portato con sé la bomba senza saperlo.
“Da una prima indagine – afferma il gen. Benjamin Dolorfino responsabile militare di Mindanao – l’attacco non sembra opera di un kamikaze”. “E’ possibile – aggiunge – che qualcuno abbia inviato l’uomo in aereoporto con la valigetta, ma senza rivelargli cosa conteneva”.
Secondo le fonti di AsiaNews, l’uomo era una persona rispettata nella comunità cristiana e nulla fa pensare a un gesto così estremo. Le fonti fanno notare che egli aveva con sé i documenti di identità, fatto molto strano per un attentatore suicida.
Per i responsabili dell’esercito l’attentato sarebbe legato alla visita a Zamboanga dell’ambasciatore Usa nelle Filippine, prevista per oggi e annullata per motivi di sicurezza. Per il momento essi escludono il coinvolgimento dei ribelli islamici di Abu Sayyaf, molto attivi nella zona, ma finora mai autori di attentati suicidi.
Sospetta è invece la posizione di Sakur Tan, governatore di Sulu di fede musulmana rimasto ferito nell’esplosione, che si è subito autodefinito principale obiettivo dell’attentato. “La bomba – ha affermato – è esplosa proprio vicino a me, e questa non può essere una coincidenza”. Tan dice di aver ricevuto nei giorni scorsi un rapporto dell’intelligence che lo avvertiva su un probabile attacco contro di lui da parte di rivali politici legati ai terroristi di Abu Sayyaf. Nonostante queste dichiarazioni, la polizia non ha ancora preso in considerazione la versione del governatore, che quando era sindaco di Jolo (Sulu) era tra i sospetti per casi di violenze contro i cristiani.
Questa mattina mons. Romulo Valles, vescovo di Zamboanga, ha invitato l’esercito a prendere serie misure di sicurezza per proteggere la popolazione. Il prelato ha espresso le condoglianze alle famiglie delle vittime sottolineando come questo atto di terrorismo ricorda a tutti il clima di violenza che affligge la regione di Mindanao, da quarantanni teatro della guerra tra esercito e ribelli islamici.