Papa: il Battesimo di Gesù e la nostra chiamata alla santità
Città del Vaticano (AsiaNews) – Ultimo Angelus del tempo liturgico di Natale, che si conclude oggi con la festa del battesimo di Gesù. Il papa ha voluto dedicare a questa festa – fra le più antiche della Chiesa, insieme alla Pasqua – la riflessione prima della preghiera mariana.
Poco prima Benedetto XVI aveva celebrato il battesimo di 13 bambini nella Cappella Sistina. Al momento dei saluti, egli ha invitato tutti “a pregare per questi nuovi cristiani e per i loro genitori, per i padrini e le madrine. La Vergine Maria vegli sempre su di loro”.
Il pontefice ha dapprima spiegato il senso del mistero del battesimo di Gesù, un avvenimento di cui parlano tutti gli evangelisti. Esso “faceva parte infatti della predicazione apostolica, giacché costituiva il punto di partenza dell’intero arco dei fatti e delle parole di cui gli Apostoli dovevano rendere testimonianza (cfr At 1,21-22;10,37-41). La comunità apostolica lo riteneva molto importante, non solo perché in quella circostanza, per la prima volta nella storia, c’era stata la manifestazione del mistero trinitario in maniera chiara e completa, ma anche perché da quell’evento aveva avuto inizio il ministero pubblico di Gesù sulle strade della Palestina. Il Battesimo di Gesù al Giordano è anticipazione del suo battesimo di sangue sulla Croce, ed è simbolo anche dell’intera attività sacramentale con cui il Redentore attuerà la salvezza dell’umanità. Ecco perché la tradizione patristica ha dedicato molto interesse a questa festa, che è la più antica dopo la Pasqua. ‘Nel Battesimo di Cristo - canta l’odierna liturgia - il mondo è santificato, i peccati sono perdonati; nell’acqua e nello Spirito diveniamo nuove creature’ (Antifona al Benedictus, uff. delle Lodi)”.
Il papa ha poi sottolineato il legame fra il “battesimo di Gesù e il nostro battesimo”: “Al Giordano – ha detto Benedetto XVI - si aprirono i cieli (cfr Lc 3,21) ad indicare che il Salvatore ci ha dischiuso la via della salvezza e noi possiamo percorrerla grazie proprio alla nuova nascita "da acqua e da Spirito" (Gv 3,5) che si realizza nel Battesimo. In esso noi siamo inseriti nel Corpo mistico di Cristo, che è la Chiesa, moriamo e risorgiamo con Lui, ci rivestiamo di Lui”. Da questa unione con Cristo nasce una responsabilità e un impegno: “quello di ‘ascoltare’ Gesù: credere cioè in Lui e seguirlo docilmente facendo la sua volontà. E’ in questo modo che ciascuno può tendere alla santità, una meta che, come ha ricordato il Concilio Vaticano II, costituisce la vocazione di tutti i battezzati”.