‘Filippine colonia della Cina": scalpore e mistero sugli striscioni apparsi a Manila
Nessun gruppo ne ha ancora rivendicato l’affissione. L’opposizione accusata di screditare l’approccio conciliatorio del governo verso la Cina nella disputa sul Mar Cinese meridionale. Due anni fa, la Corte permanente di arbitrato dell’Aja ha deliberato che Pechino “non ha alcun diritto” sui territori contesi.
Manila (AsiaNews/Agenzie) – Benvenuti nelle Filippine, “provincia della Cina”: nel secondo anniversario della vittoria di Manila su Pechino in uno storico arbitrato, gli striscioni apparsi questa mattina su alcuni ponti della capitale filippina (foto) hanno destato scalpore in tutta la nazione. Al momento, nessun gruppo ha rivendicato la misteriosa affissione. Le autorità cittadine hanno subito provveduto a rimuovere alcuni dei cartelloni, scritti in inglese e cinese ed individuati in almeno cinque luoghi della città.
Due anni fa, la Corte permanente di arbitrato (Cpa) dell’Aja ha deliberato che la Cina “non ha alcun diritto” di sovranità sui territori contesi nel Mar Cinese meridionale. Secondo l’organizzazione internazionale, istituita nel 1899 per risolvere le dispute tra gli Stati membri, Pechino ha anche violato i diritti sovrani delle Filippine bloccandone i pescatori e costruendo isole artificiali nella sua Zona Economica Esclusiva. Pechino si è rifiutata di prendere parte al processo e non ha rispettato la sentenza, che tuttavia non è vincolante.
Dopo il rinvenimento degli striscioni, su internet è scoppiata la polemica. “Non è divertente”, ha dichiarato sui social media Florin Hilbay, ex procuratore generale e avvocato capo nella causa intentata da Manila cinque anni fa. Alcuni utenti hanno incolpato i partiti d’opposizione, accusati di screditare i tentativi di riavvicinamento fatti dal governo nei confronti della Cina.
Salito al potere solo due settimane prima della sentenza dell'Aja, Rodrigo Duterte ha adottato nei confronti di Pechino un approccio più conciliatorio, ottenendo prestiti, scambi ed investimenti. Il presidente elogia spesso l'omologo cinese Xi Jinping e in febbraio ha suscitato scalpore quando gli ha scherzosamente offerto le Filippine come nuova provincia. Il portavoce di Duterte, Harry Roque, ha definito gli striscioni “assurdi” ed ha dichiarato che “con molta probabilità dietro di essi vi sono i nemici del governo”.
20/11/2018 09:11