04/04/2019, 13.54
INDONESIA
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Yogyakarta, revocato il regolamento del villaggio per soli musulmani

di Mathias Hariyadi

Autorità intervenute dopo la video-denuncia di una famiglia cattolica. A Kerat, dal 2015 solo gli islamici potevano acquistare o prendere in affitto case e terreni. In Indonesia vi sono almeno 72 statuti discriminatori, sparsi in 34 province. La città di Yogyakarta è 41ma su 94 quanto a tolleranza.

Jakarta (AsiaNews) – In seguito alle polemiche sollevate dalla un episodio d’intolleranza verso una famiglia cattolica, le autorità hanno revocato il regolamento di un villaggio nei pressi di Yogyakarta (Central Java): a Karet, una norma approvata nel 2015 vietava ai non musulmani di entrare a far parte della comunità.

Il caso – che nei giorni scorsi ha destato scalpore su social media e mezzi d’informazione – riguarda il pittore 42enne Slamet Jumiarto. Cinque giorni fa, l’uomo si era trasferito con la moglie ed i figli a Karet, nel sotto-distretto di Pleret. Il giorno seguente, il capovillaggio e la comunità locale hanno comunicato ai nuovi arrivati che avrebbero dovuto andarsene, perché solo i musulmani potevano acquistare o prendere in affitto case e terreni.

L’artista ha diffuso un filmato di denuncia, che ha subito sollevato polemiche in tutto il Paese e indotto le autorità della reggenza ad intervenire. “Il nostro problema è finalmente risolto, sono sollevato. Tutta la mia famiglia può rimanere nel villaggio di Karet, dal momento che il controverso ‘consenso collettivo’ è stato rimosso”, dichiara oggi ad AsiaNews Slamet. “Tuttavia – aggiunge – mia moglie ed i miei figli preferiscono trovare un altro posto in cui vivere”.

Il Setara Institute, gruppo di attivisti per i diritti e l'armonia religiosa, rileva che norme come quella emessa dal villaggio di Karet hanno aperto la strada alle comunità per discriminare le minoranze. Nel Paese, afferma l’Istituto, vi sono almeno 72 statuti discriminatori sparsi in 34 province. Essi includono oltre 200 regolamenti discriminatori minori, come circolari e direttive. Yogyakarta, capoluogo dell’omonima Regione autonoma speciale (Diy), si classifica al 41mo posto su 94 nel Tolerant Cities Index stilato dal gruppo.

Situata a sud di Yogyakarta, la reggenza di Bantul non è nuova ad episodi di settarismo religioso. Molti di questi si sono verificati negli ultimi tre anni, spesso per mano di fondamentalisti provenienti da altre regioni del Paese. Nel gennaio 2017, una massiccia campagna di pressione lanciata da gruppi di musulmani radicali ha preso di mira il funzionario Yulius Suharto, a capo del sotto-distretto di Pajangan. Gli estremisti volevano allontanarlo perché cattolico.

Un altro caso famoso è avvenuto a Banguntapan. Nel febbraio 2018, gruppi di fondamentalisti islamici hanno disturbato e protestato contro le opere di carità organizzate dalla comunità cattolica di St. Paul’s Pringgolayan. I fedeli volevano celebrare in questo modo l’elevazione della chiesa a nuova parrocchia del villaggio di Purbayan, nel sotto-distretto di Kotagede. L’edificio era frequentato anche da Albertus Slamet Sugihardi, 63anni, morto lo scorso dicembre. Per evitare tensioni con la comunità islamica, la famiglia ha dovuto tenere funerali in forma privata all’interno dei locali parrocchiali e rimuovere il braccio superiore della croce di legno posta sulla tomba. Gli estremisti locali rivendicano che il cimitero è “ad uso esclusivo dei musulmani”.

A questi episodi si aggiungono diversi altri che riguardano l’interruzione di preghiere, canti e funzioni religiose non islamiche. I radicali sono soliti scagliarsi anche contro le credenze ed usanze tradizionali di Java. Nel settembre 2018, le loro proteste hanno spinto le autorità di Pantai Biru (sotto-distretto di Srandakan) a cancellare il rituale del Sedekah Laut, con cui i pescatori rendono omaggio alla generosità dell’oceano.

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