02/04/2019, 14.33
INDONESIA
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Yogyakarta, famiglia cattolica cacciata perché non musulmana (video)

di Mathias Hariyadi

Il padre ha pubblicato un filmato di denuncia che ha sollevato polemiche in tutto il Paese. Il capovillaggio e la popolazione islamica di Karet non accettano la loro presenza. Lo sgombero è intimato con un “regolamento personalizzato”. Per le autorità della reggenza, la normativa è illegale.

Jakarta (AsiaNews) – Cacciato dal villaggio perché non è musulmano: il pittore cattolico Slamet Sumiarto  (foto 1) è la vittima dell’ultimo episodio di intolleranza religiosa nella regione speciale di Yogyakarta. L’artista si è appena trasferito con la sua famiglia a Karet, nel sotto-distretto di Pleret (reggenza di Bantul), ma il capo del villaggio e la popolazione locale non accettano la sua presenza e gli intimano lo sgombero con un “regolamento su misura” (foto 2).  

Slamet ha pubblicato ieri sui social media un filmato di denuncia (video), che ha subito sollevato polemiche in tutto il Paese e indotto le autorità ad aprire un’inchiesta. “Mi sono appena trasferito qui a Pleret e ho portato tutti i miei oggetti e dipinti a Karet – dichiara il pittore – ... Oggi sono molto triste nel sapere che non ho il ‘diritto’ di restare e vivere qui, semplicemente perché non sono un musulmano e tutta la mia famiglia è cattolica”.

“Dal punto di vista emotivo sono davvero esausto per questa esperienza inaspettata... La mia povera moglie, i miei figli ed io speriamo di poter trovare presto una buona soluzione per superare il problema e rimanere ancora qui, in questa casa in affitto a Pleret”, prosegue.

La diffusione del filmato ha attirato l’attenzione pubblica sulla vicenda e spinto i funzionari della reggenza di Bantu ad organizzare un incontro per trovare un’intesa che soddisfacesse sia la famiglia cattolica che la popolazione islamica. Nonostante queste si fossero accordate sulla permanenza – sotto la supervisione delle autorità – dei nuovi arrivati, Slamet ha in seguito deciso di lasciare il villaggio e trovare un’altra sistemazione.

I funzionari della reggenza hanno criticato “l’opinione dominante” tra gli abitanti di Karet, riconoscendo in essa un “gesto di intolleranza” contrario alla legge. Nella sua denuncia, lo stesso Slamet sottolinea: “Sostenendo che ai non musulmani è vietato vivere a Karet, questo regolamento non ha alcun senso e contraddice la Pancasila [dottrina pluralista a fondamento dello Stato], nonché la Costituzione del 1945”.

Il capovillaggio Iswanto sostiene che il “regolamento locale personalizzato” esiste dal 2015 sotto il nome di 03/Pokgiat/Krt/Plt/X/2015. Esso limita anche i seguaci delle “credenze tradizionali”. “L’ordinamento – dichiara – è frutto del comune accordo tra tutte le componenti del villaggio”. Secondo tale normativa, ai non musulmani è vietato anche acquistare proprietà e terreni.

La reggenza di Bantul non è nuova ad episodi di settarismo religioso. Nel gennaio 2017, una massiccia campagna di pressione lanciata da gruppi di musulmani radicali ha preso di mira il funzionario Yulius Suharto, a capo del sotto-distretto di Pajangan. Gli estremisti volevano allontanarlo perché cattolico.

Un altro caso famoso è avvenuto a Banguntapan, sobborgo di Yogyakarta (Central Java). Nel febbraio 2018, gruppi di fondamentalisti islamici hanno disturbato e protestato contro le opere di carità organizzate dalla comunità cattolica di St. Paul’s Pringgolayan, per celebrare l’elevazione della chiesa a nuova parrocchia della reggenza di Bantul.

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