Yangon, prima vittima del golpe. Sanzioni per i generali
Ieri è morta Mya Thwate Thwate Kaing, rimasta ferita dalla polizia a Naypyidaw. La Gran Bretagna commina sanzioni a tre generali; il Canada per nove ufficiali. Stati Uniti, India, Giappone e Australia domandano il ritorno “urgente” della democrazia. Dimostranti manifestano a Yangon e a Myitkyina.
Yangon (AsiaNews) – Mya Thwate Thwate Kaing, una studentessa di 20 anni, è morta colpita da un proiettile mentre manifestava a Naypyidaw contro il colpo di Stato. Mya è la prima vittima dall’inizio della presa di potere dei militari. Ella, insieme a un giovane, erano rimasti feriti il 9 febbraio scorso in uno scontro con la polizia. Le forze dell’ordine affermano di aver usato solo proiettili di gomma, gas lacrimogeni e idranti. Ma i dottori all’ospedale hanno confermato che due persone erano state ferrite con armi da fuoco.
Ieri, Gran Bretagna e Canada hanno deciso di imporre sanzioni ai responsabili del colpo di Stato, che fa precipitare il Paese in una situazione simile a quella di oltre 10 anni fa. La Gran Bretagna imporrà sanzioni a tre generali, congelando i loro beni e vietando la loro entrata nel Paese Essi sono: il ministro della Difesa Mya Tun Oo, quello degli Interni Soe Htut e il suo vice Than Hlaing. L’uomo a capo del golpe, il gen. Min Aung Hlaing è già colpito dalle sanzioni per le sue responsabilità nel massacro dei Rohingya. Londra ha dichiarato che bloccherà anche ogni aiuto ai militari esigendo lo stesso embargo anche dalle ditte britanniche. Il Canada ha invece promesso di attuare sanzioni verso nove ufficiali.
Da parte loro, Stati Uniti, India, Giappone e Australia, in un raduno virtuale del cosiddetto “Quad” (Quadrilateral Security Dialogue), hanno dichiarato di volere un ritorno “urgente” della democrazia in Myanmar.
Intanto, sebbene molte città birmane siano controllate da corazzati e cingolati dell’esercito, anche ieri vi sono stati gruppi di oppositori che con cartelli e bandiere domandavano la fine della dittatura militare e la liberazione di Aung San Suu Kyi e degli altri 500 prigionieri pro-democrazia.
La polizia ha bloccato con barricate le vie di accesso alla pagoda Sule, nel centro di Yangon, dove nei giorni scorsi si sono radunati decine di migliaia di oppositori. La pagoda Sule è stata un punto di riferimento per le rivolte del 1988 e del 2007 contro la giunta militare.
Nonostante la massiccia presenza di armati, diverse centinaia di persone, soprattutto studenti, si sono radunati vicino alla pagoda, sovrastando le barricate (v. foto).
A Myitkyina, nello Stato Kachin, i dimostranti hanno percorso le strade della città con motociclette, sventolando bandiere e cartelli. Vi sono stati alcuni scontri con la polizia che bloccava le strade.
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