19/06/2018, 12.37
CINA
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Xinjiang, arresti di massa contro gli uomini di etnia uigura

Il 40% della popolazione di un villaggio è stata deportata in un campo di rieducazione. Continua la persecuzione del governo cinese nei confronti del popolo uiguro: sarebbero centinaia di migliaia le persone arrestate senza un motivo. Tutti i maschi nati negli anni ’80 e ’90 sono considerati un pericolo e internati.

Urumqi (AsiaNews/Rfa) - L’intera popolazione maschile di un villaggio dello Xinjiang (Cina occidentale) è stata internata in un campo di rieducazione. Lo riporta Radio free asia. Un ufficiale di servizio presso la stazione di polizia della città di Chinibagh, a Qaraqash, riferisce che nel suo villaggio natale di Yengisheher quasi tutti gli uomini sono stati deportati. “Il 40% della popolazione del nostro villaggio è in un campo di rieducazione al momento” ha dichiarato a Rfa, preferendo rimanere anonimo. La fonte riporta che solo i bambini e gli anziani rimangono nel villaggio. “Non c’è nessuno che può lavorare nei campi. Se il marito viene portato via, sua moglie deve prendere il suo posto a lavoro. Anche i bambini devono aiutare nei campi”. Le autorità del villaggio provvederanno a chiamare coltivatori esterni per le terre di chi non può prendersene cura.

L’ufficiale dichiara che i suoi fratelli rimasti al villaggio non sono stati arrestati. “Nostro nonno ci aveva insegnato a stare fuori da tutto ciò che ci avrebbe messo nei guai e a dare una buona impressione alle autorità”. E conclude: “Sin dalla più tenera età abbiamo seguito i dettami del Partito”. Le autorità del villaggio stanno seguendo una direttiva ufficiale che definisce i maschi uiguri nati negli anni '80 e '90 “una generazione inaffidabile”. Essi sono da rieducare perché “rappresentano un potenziale pericolo”.

La fonte ha contattato Rfa quando a fine dello scorso anno è arrivato l’ordine di compiere il rastrellamento  del 40%  della popolazione uigura nella municipalità di Aqsaray a Qaraqash. Alla fine del 2017 Rfa aveva scoperto che circa 5.000 persone di Qaraqash – il 15% della popolazione della contea – erano state internate. Si sospetta che provvedimenti simili siano stati applicati in tutte le città dello Xuar (Xinjiang Uyghur Autonomous Region).

Il governo non riconosce l’esistenza dei campi di rieducazione. Non si conoscono il numero di detenuti e le loro condizioni. Secondo il senatore statunitense Marco Rubio e il deputato Chris Smith, membri della Congressional-Executive Commission on China, sono rinchiusi tra le 500.000 e il milione di persone nei campi di rieducazione: “La più grande incarcerazione di massa di una minoranza nel mondo contemporaneo”. Adrian Zenz, docente presso la Scuola europea di cultura e teologia, afferma che il numero “potrebbe avvicinarsi a 1,1 milioni. Il 10-11% della popolazione musulmana adulta della regione”.

Gli uiguri sono un’etnia di religione musulmana che vive nello Xinjiang, regione nord occidentale della Cina. La persecuzione contro questa minoranza si è intensificata a partire dall’aprile 2017. Gli uiguri sono accusati di avere “forti opinioni religiose” e “politicamente scorrette”. Essi sono di frequente imprigionati o rinchiusi nei campi; altri ancora vengono internati in cliniche psichiatriche, dove impazziscono. Le autorità controllano i loro telefoni; i musulmani non possono celebrare il Ramadan; l’insegnamento della lingua uigura è stato bandito dalle scuole. Inoltre dal 2016, gli abitanti dello Xinjiang per richiedere un passaporto devono fornire il Dna. Il tutto in nome della “stabilità nazionale”.

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