Washington vende a Taipei componenti hi-tech per i suoi nuovi sottomarini
Approvato dall’amministrazione Biden l’export di sonar, sistemi di combattimento e periscopi. I sommergibili serviranno all’isola per fronteggiare la minaccia cinese. Donald Trump aveva autorizzato vendite di armi ai taiwanesi per 18 miliardi di dollari. La Cina si oppone all’indipendenza taiwanese.
Taipei (AsiaNews) – Gli Usa hanno approvato la vendita a Taiwan di tre componenti tecnologiche fondamentali per la costruzione dei suoi nuovi sottomarini: la prima vendita di armi all’isola autorizzata dall’amministrazione Biden. Lo ha rivelato ieri Chiu Kuo-cheng, ministro taiwanese della Difesa. Le autorità di Taipei hanno specificato che la fornitura riguarda sistemi sonar digitali, di combattimento integrato e periscopi, equipaggiamento che l’industria militare locale non è in grado di produrre.
In novembre Taipei ha avviato i lavori per la costruzione di otto sottomarini, i primi realizzati in proprio. I nuovi sommergibili serviranno a rafforzare le difese del Paese di fronte alla rapida modernizzazione militare della Cina. Taiwan si aspetta di varare il primo sottomarino nel 2024. L’isola ha in servizio quattro sommergibili che risalgono alla Seconda guerra mondiale e agli anni '80. La Cina ne può schierare 76, alcuni ultramoderni. Secondo La Nuclear Threat Initiative, nell’arsenale cinese vi sono quattro sommergibili armati con missili balistici (anche con capacità nucleare) e sei a propulsione atomica.
Durante il suo mandato, l’ex presidente Donald Trump ha autorizzato la vendita di armamenti a Taiwan per un totale di 18 miliardi di dollari, compresi missili cruise e anti-nave, e droni d’attacco. Il suo successore sta confermando la linea dura nei confronti di Pechino. In base al Taiwan Relations Act, gli Stati Uniti sono impegnati a difendere l’isola. Adottato nel 1979 dopo il formale riconoscimento diplomatico della Cina comunista, il provvedimento non specifica l’effettiva natura dell’impegno di Washington: una “ambiguità strategica” che produce continue tensioni con Pechino.
La Cina ha accresciuto la pressione nei confronti della presidente taiwanese Tsai Ing-wen, accusata di portare avanti un’agenda indipendentista. Sempre più spesso gli aerei militari cinesi violano la zona d’identificazione aerea dell’isola. Tali incursioni si aggiungono a quelle compiute dalle forze navali dell’Esercito popolare di liberazione.
Il regime cinese considera Taiwan una provincia ribelle, e non ha mai escluso di riconquistarla con l’uso della forza. L’isola è di fatto indipendente dalla Cina dal 1949; all’epoca i nazionalisti di Chiang Kai-shek vi hanno trovato rifugio dopo aver perso la guerra civile sul continente contro i comunisti, facendola diventare l’erede della Repubblica di Cina fondata nel 1912.
20/11/2020 14:00
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