11/02/2014, 00.00
VIETNAM

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Vietnam, centinaia di poliziotti per arrestare un avvocato dissidente

Agenti armati e funzionari governativi hanno fermato Nguyen Bac Truyen, attivista che lotta contro gli espropri forzati. L’uomo è stato prelevato dalla casa della futura moglie, trattenuto in cella e oggetto di abusi. Secondo l’accusa sarebbe colpevole di “furto di beni” nel contesto di una causa. Ha scontato quattro anni di carcere per aver chiesto la fine del Partito unico comunista.

Ho Chi Minh City (AsiaNews/Agenzie) - Centinaia di agenti di polizia e funzionari governativi hanno esploso colpi di arma da fuoco e fatto irruzione nella casa di un dissidente e avvocato vietnamita, arrestato al termine del blitz. L'operazione è avvenuta nel fine settimana, in concomitanza con le pesantissime critiche avanzate dall'Alto commissariato Onu per le sistematiche violazioni ai diritti umani nel Paese asiatico, da tempo teatro di detenzioni forzate, carcere e abusi contro le voci critiche al governo e all'egemonia del Partito unico comunista. Testimoni riferiscono che Nguyen Bac Truyen, ex detenuto politico, è stato accerchiato, ammanettato, bendato e trascinato via dalla casa della sua fidanzata, Bin Thi Kim Phuong, nella provincia meridionale di Dong Thap. 

La coppia si trovava nella casa della donna, per i preparativi del matrimonio in programma nei prossimi giorni. La polizia ha frantumato finestre, rotto porte, devastato attrezzature e suppellettili, oltre a confiscare il computer portatile e il telefono cellulare dell'uomo. Egli fornisce assistenza legale gratuita alle vittime degli espropri forzati, in particolare nelle campagne, e si batte da tempo per una democrazia multi-partito in una nazione ancora oggi dominata dall'ideologia comunista. 

Secondo la magistratura, è indagato per presunto "furto di beni" nel contesto di una controversia sulla proprietà di alcuni oggetti. Attivisti dell'Ong statunitense Freedom House riferiscono che è stato rilasciato dopo 24 ore di fermo, ma è ancora "a rischio arresto o di attacchi personali". 

Tra il 2007 e il 2010 Nguyen Bac Truyen è stato incarcerato assieme ad altre due persone per aver infranto l'articolo 88 del Codice penale, il famigerato e controverso comma che punisce quanti "conducono propaganda contro lo Stato". Attivisti pro diritti umani e membri della stampa hanno più volte accusato Hanoi di sfruttare questa legge per "silenziare il dissenso" interno. I tre uomini erano parte del movimento Bloc 8406, emerso nell'aprile 2006 e impegnato nella trasformazione del Paese in una democrazia multi-partitica. Liberato nel maggio 2010, da allora è sottoposto di continuo ad attacchi personali e minacce da parte delle autorità. 

Da tempo in Vietnam è in atto una campagna durissima del governo contro dissidenti, blogger, leader religiosi (fra cui buddisti), attivisti cattolici o intere comunità come successo lo scorso anno nella diocesi di Vinh, dove media e governo hanno promosso una campagna diffamatoria e attacchi mirati contro vescovo e fedeli. La repressione colpisce anche singoli individui, colpevoli di rivendicare il diritto alla libertà religiosa e al rispetto dei diritti civili dei cittadini.

 

 

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