17/09/2018, 08.56
INDIA
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Vescovo accusato di stupro offre a papa Francesco le dimissioni temporanee

di Nirmala Carvalho

Mons. Franco Mulakkal potrebbe affidare la diocesi di Jalandar (in Punjab) alla guida del vicario. Il 19 settembre verrà interrogato dalla polizia in Kerala. Segretario della Conferenza episcopale smentisce la presunta richiesta di dimissioni da parte del card. Oswald Gracias.

Mumbai (AsiaNews) – Mons. Franco Mulakkal, vescovo di Jalandar (in Punjab) accusato di aver stuprato una suora, ha scritto una lettera a papa Francesco in cui chiede di essere sollevato temporaneamente dal suo ministero episcopale. Ieri p. Peter Kavumpuram, responsabile delle pubbliche relazioni della diocesi, ha diffuso una nota in cui sostiene che la decisione del presule è stata presa in seguito alle osservazioni dell’Alta corte del Kerala. I giudici hanno stabilito che la mancanza di prove adeguate all’arresto del vescovo “indicano la sua innocenza”.

Il documento afferma che mons. Mulakkal ha deciso in piena autonomia di scrivere al pontefice, esprimendo il suo desiderio di fare un passo indietro nell’amministrazione della diocesi, a differenza di quanto sostenuto in precedenza. “Egli – si legge nel testo in inglese – è fiducioso che la sua richiesta verrà accettata”.

Come “da prassi”, con una lettera datata 13 settembre, il vescovo ha dichiarato di voler affidare la diocesi al vicario generale. Mons. Mulakkal guida la diocesi situata nello Stato del Punjab, lo stesso in cui si trova la sede generale delle Missionarie di Gesù, la congregazione di cui fa parte la suora 43enne. Quest’ultima ha denunciato che nel 2014 il vescovo l’ha aggredita sessualmente dopo averla convocata [in privato] con la scusa di discutere di importanti questioni. La religiosa ha raccontato di essere stata violentata per 13 volte nei successivi due anni.

Mons. Mulakkal ha respinto le accuse con forza, e sostiene che la suora sta agendo per vendetta. Il vescovo infatti avrebbe minacciato un’indagine contro di lei dopo aver scoperto una relazione con un uomo sposato.

L’Alta corte del Kerala ha respinto l’ipotesi del mandato d’arresto. “Lasciamo che la polizia lo interroghi di nuovo – hanno affermato il giudici –. Apriremo le udienze dopo tutto questo”. La polizia del Kerala ha chiamato il vescovo a testimoniare il 19 settembre; la corte, ascolterà il caso il 24.

Intanto mons. Theodore Mascarenhas, segretario generale della Conferenza episcopale indiana (Cbci), esprime a nome di tutti i vescovi “angoscia per gli sviluppi delle accuse contro il vescovo di Jalandar”. Rispondendo a coloro che hanno lamentato il “silenzio” sul caso da parte delle gerarchie ecclesiastiche, egli aggiunge che “La Cbci non ha giurisdizione sui singoli vescovi”. Infine smentisce alcuni commenti attribuiti al card. Oswald Gracias, presidente della Cbci, secondo cui egli avrebbe chiesto al vescovo di dimettersi. Le voci erano state fatte trapelare nei giorni scorsi dal portavoce dell’arcidiocesi di Mumbai (guidata dal card. Gracias). “I commenti del portavoce – sostiene mons. Mascarenhas – sono personali, e in quanto tale devono essere considerati”.

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